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Messina '800, Chiesa di
San Gregorio, eseguita su disegno del Calamech,
scomparsa a seguito del terremoto del
1908. |
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È in questo,
davanti alla marina, davanti la dogana, che vita, che brulichio, che strepito! Centinaia
di vapori vi sono ancorati; navi da tutte le parti del mondo vanno e vengono: Asia e
America qui hanno rapporti commerciali, a pari delleuropa e dellAfrica.
Messina, fino a pochi anni fa, era il più importante emporio della parte meridionale del
Meditterraneo (2), ma ora la sua importanza è pur troppo scemata, anche perchè ad altri
porti del nord e del sud le ferrovie trasportano più velocemente e con minore dispendio i
ricchi prodotti della campagna sicula; e l'antica regina di questi mari vede come le sue
provincie s'inginocchiano, una dopo l'altra, davanti a nuovi sovrani. Catania, Milazzo,
Reggio, tutti, anche i più piccoli porti, cominciano ad essere indipendenti ed a fare
concorrenza colla vecchia metropoli. |
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E pur troppo lo svantaggio di
essere un emporio meno florido d'altra volta è molto sensibile per Messina, perché,
tranne il suo commercio, essa non possiede cose straordinarie, siano opere d' arte o
monumenti antichi, così la sua stessa storia, per quanto risalga al 1500 o al 1000 a. C.
(1), non può rivaleggiare con la storia delle città sorelle, Siracusa e Agrigento.
Nondimeno, dai combattimenti dei tempi antichi e dalle rivoluzioni moderne, Messina ha
guadagnato un glorioso soprannome. Come Palermo "la felice" come Firenze
"la bella" così Messina nel numero delle città italiane è chiamata
"leroica" soprannome glorioso e ben meritato perché forse nessuna città
italiana ha combattuto con maggior eroismo per la patria, né ha fatto più gravi
sacrifici, con patriotica rassegnazione, per la libertà e lunità di tutto il
paese. Nulla di straordinario, abbiamo detto, in fatto di opere darte o di monumenti
antichi: ma però Messina ha tanto che basta per interessare vivamente il viaggiatore. |
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La città odierna è, e si capisce,
molto diversa da quella antica, la quale aveva il centro nel quartiere Zaera; ma ora
principali arterie della città sono la via della Marina, il corso Vittorio Emanuele, la
via Garibaldi, la via Primo Settembre e il corso Cavour. |
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Di queste, il corso Vittorio
Emanuele è anche il centro di Messina e in parte data ancora dai tempi di Pompeo, del
quale fu aperto verso nord, per cui si chiamò è per molto tempo via Pompeia. Mutò nome
più volte, e fu detto via Marina ( fino al 1597), Teatro Marittimo, Palazzata, via
Colonna; è largo circa trentratre metri, fu lastricato nel 1873 e termina verso nord al
villaggio Contemplazione e, dalla parte opposta, al Piano di Terranuova. |
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In codesto corso, della lunghezza
di circa un chilometro, si svolge il movimento commerciale e marittimo della città. I
piroscafi, anche se di grande portata, possono accostarsi direttamente alla larga banchina
che prospetta la bella via, davanti alla quale pertanto si apre lampia distesa del
porto, protetto dal menzionato braccio di terra falcato, detto di San Raniero. |
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