Come si diceva, anche un grande bene
può trasformarsi in un grande male. Da un Re come Ruggero ci si aspettava
nella successione un figlio alla sua altezza di vero statista. Invece no,
quanto più aperto e colloquiante, spartano e apportatore di spettacolare
magnificenza, era stato Ruggero, quanto più Guglielmo, il figlio, era amante
di piaceri e mollezze e schivo. Se Ruggero aveva governato nel suo centro di
potere a Palermo, Guglielmo si isolava in luoghi periferici. Così creò il
Palazzo della Zisa, e vi si insediò in un isolamento dorato lontano dalle
angustie e vessazioni del potere.
Tra le creazioni da lui volute, oltre la
Zisa, la costruzione del nuovo corpo di fabbrica tra la la Gioaria e la
Palatina, la cosiddetta
Chirimbi, successivamente demolita. Nella
Torre Pisana,
precisamente nella cosiddetta
Sala degli Armigeri, rimangono pochi
frammenti dei mosaici originali, a differenza di quelli che attualmente si
trovano nella Gioaria, nella stanza erroneamente detta “di Ruggero”.
Ma anche la visione della realtà,
oltre che il carattere, era diversa. Sì, aveva cercato di continuare la
decorazione artistica di ambienti privati e di rappresentanza e di ampliare
quelli reali con una cascata di centauri, pavoni e cigni, una rigogliosa
flora orientale, cervi ed arcieri cacciatori, prodotto favoloso e
favolistico di un Oriente lontano, come la Persia, ma... quando si accinse a
completare la Cappella Palatina seppe rovinare il delicato impianto
artistico, architettonico e linguistico di quella cultura, la bizantina, a
cui il padre aveva attinto chiamandone gli operai ed artisti dalla stessa
Bisanzio. |