L'isola di Panarea, pur essendo la più piccola delle Eolie (3,4 km²),
è la più antica come formazione dell'arcipelago. In realtà, posto su
un unico basamento sottomarino, è un unico bacino vulcanico di cui
rimane, oltre l'isola, un arcipelago a sé stante di scogli e
isolotti. L'antico condotto vulcanico è stato individuato tra lo
scoglio La Nave e lo scoglio Cacatu, mentre sulla spiaggia della
Calcara rimangono fumarole di vapore caldissimo, ultima traccia di
attività vulcanica a Panarea. Si può, inoltre, individuare
sott'acqua la restante attività vulcanica, individuabile dal
ribollire delle acque fra l'isolotto di Bottaro e Lisca Bianca.
E' abitata attualmente da 200 persone stabili e risulta presentare i
rilievi meno alti (421 metri nella sua maggiore elevazione, il
Timpone del Corvo).
Il nome attuale è di origine recente, ed è l'ultimo di una lunga
serie di denominazioni: dal più antico
Euonymos
(che sta a sinistra), a
Hycesia (la supplice),
a Panaraion
(la distrutta), a
Pagnaria (la maledetta)
fino a Panaria ed infine a Panarea.
Le più antiche testimonianze storiche risalgono all'età del bronzo a
sud-ovest dell'isola sul promontorio del “milazzese” (XIV secolo a.
C.) i cui resti del villaggio sono attualmente visitabili. Tra i
ritrovamenti anche ceramiche d'origine micenea, simbolo del fervore
commerciale nell'antichità delle isole Eolie.
Panarea, come le restanti isole dell'arcipelago, storicamente
presenta un succedersi di dominazioni e scorrerie nemiche.
Dall'antico periodo neolitico sono soggette alle scorrerie etrusche
fino ad arrivare, nel VI secolo a. C., alla dominazione greca. Nel
264 a. C. le isole si ritrovano alleate dei Cartaginesi contro il
pericolo romano. Dopo anni di attacchi dal mare si arriva, dopo la
battaglia navale avvenuta proprio nelle sue acque tra la flotta
cartaginese e quella romana, al dominio di Roma su tutta la Sicilia.
Alla caduta dell'impero romano, vi è una decadenza progressiva
durante il periodo bizantino e arabo. Solo all'arrivo normanno
l'arcipelago recupera la sua antica importanza lo sviluppo economico
e demografico. Ma è intorno al cinquecento che riappare il pericolo
delle scorrerie, stavolta da parte dei turchi, capitanati , tra gli
altri, dal pirata Drauth, che lascerà traccia di sé nel nome della
baia e della contrada chiamata, appunto, Drautto. Anche in questo
caso il pericolo spopola Panarea fino ad arrivare ad un nuovo
ritorno di abitanti nel XVII secolo. Gli abitanti toccano quota
1000, per poi decrescere nel periodo recente dell'emigrazione verso
le Americhe. |