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LE ISOLE EOLIE
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    LE ISOLE EOLIE

   Alla ricerca spirituale del "perdersi"
   in una natura rustica e incontaminata

    Panarea

 

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Panarea vista da Basiluzzo
 

 

Tommaso Checchi

 
 
 
 

da Wikimedia Commons

 
L'isola di Panarea, pur essendo la più piccola delle Eolie (3,4 km²), è la più antica come formazione dell'arcipelago. In realtà, posto su un unico basamento sottomarino, è un unico bacino vulcanico di cui rimane, oltre l'isola, un arcipelago a sé stante di scogli e isolotti. L'antico condotto vulcanico è stato individuato tra lo scoglio La Nave e lo scoglio Cacatu, mentre sulla spiaggia della Calcara rimangono fumarole di vapore caldissimo, ultima traccia di attività vulcanica a Panarea. Si può, inoltre, individuare sott'acqua la restante attività vulcanica, individuabile dal ribollire delle acque fra l'isolotto di Bottaro e Lisca Bianca.
E' abitata attualmente da 200 persone stabili e risulta presentare i rilievi meno alti (421 metri nella sua maggiore elevazione, il Timpone del Corvo).
Il nome attuale è di origine recente, ed è l'ultimo di una lunga serie di denominazioni: dal più antico
Euonymos (che sta a sinistra), a Hycesia (la supplice), a Panaraion (la distrutta), a Pagnaria (la maledetta) fino a Panaria ed infine a Panarea.
Le più antiche testimonianze storiche risalgono all'età del bronzo a sud-ovest dell'isola sul promontorio del “milazzese” (XIV secolo a. C.) i cui resti del villaggio sono attualmente visitabili. Tra i ritrovamenti anche ceramiche d'origine micenea, simbolo del fervore commerciale nell'antichità delle isole Eolie.
Panarea, come le restanti isole dell'arcipelago, storicamente presenta un succedersi di dominazioni e scorrerie nemiche. Dall'antico periodo neolitico sono soggette alle scorrerie etrusche fino ad arrivare, nel VI secolo a. C., alla dominazione greca. Nel 264 a. C. le isole si ritrovano alleate dei Cartaginesi contro il pericolo romano. Dopo anni di attacchi dal mare si arriva, dopo la battaglia navale avvenuta proprio nelle sue acque tra la flotta cartaginese e quella romana, al dominio di Roma su tutta la Sicilia. Alla caduta dell'impero romano, vi è una decadenza progressiva durante il periodo bizantino e arabo. Solo all'arrivo normanno l'arcipelago recupera la sua antica importanza lo sviluppo economico e demografico. Ma è intorno al cinquecento che riappare il pericolo delle scorrerie, stavolta da parte dei turchi, capitanati , tra gli altri, dal pirata Drauth, che lascerà traccia di sé nel nome della baia e della contrada chiamata, appunto, Drautto. Anche in questo caso il pericolo spopola Panarea fino ad arrivare ad un nuovo ritorno di abitanti nel XVII secolo. Gli abitanti toccano quota 1000, per poi decrescere nel periodo recente dell'emigrazione verso le Americhe.
 
 

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