Le zone in cui è presente
da sempre l'attività antropologica sono sede di antiche attività
agricolo-pastorali. Molti sono i prodotti tipici che caratterizzano
le Madonie.
L'attività pastorale continua a produrre in modo tradizionale
ricotte e formaggi, per mezzo del caglio o il "presame". Il prodotto
tenero raccolto viene pressato dentro gli appositi canestri di
giunco chiamati “fasceddi”, che dopo leggera salatura, diventa "primosale",
o resta fino a quando non ha perso ogni residuo di siero ( ottenendo
le ricotte fresche) oppure dopo un certo tempo e cottura come
"ricotte salate".
Un'altro prodotto caratteristico del territorio, coperto in gran
parte da montagne e boschi, sono i funghi che ritroviamo nella
stessa gastronomia locale. Le specie di funghi che crescono nel
Parco sono circa 1000, di cui 700 stabili e 300 rare. Il
pregiatissimo basilisco dalle carni sode e bianche è il fungo più
tipico dell'area, ma altri Pleurotus, come il "Funciu di Fera”, di
colore bruno grigiastro, trovano vasta diffusione, come altri più
comuni: i pregiati ovoli, porcini e gallinacci.
Un'altra coltivazione caratteristica dell'area delle Madonie è
quella delle nocciole. Presente prevalentemente a nord di Polizzi
Generosa, essendo alla base di antiche ricette (soprattutto dolci)
la coltivazione dei noccioleti ha mantenuto nel tempo modalità
tradizionali, al di fuori di qualsiasi "sviluppo" moderno che pure
ne aumenterebbe il raccolto. La tipicità, conservata con sacrificio,
è talmente propria del territorio madonita, che annualmente l'ultima
domenica di agosto si svolge la Sagra delle nocciole, che oltre la
degustazione di prodotti tipici fatti con le nocciole, è
caratterizzata da ricostruzioni di ambienti popolari e messe in
scena di vita quotidiana del passato. Musiche tradizionali, costumi
d'epoca e una caratteristica sfilata di carretti siciliani,
compongono un quadro proprio dei contadini e della coltura del
nocciolo di grande forza evocativa propria della cultura materiale
storica di questo territorio.
Ma se il territorio e le sue colture agricole hanno una storia
questo lo si incontra sulle montagne delle Madonie. Presente sin da
epoca araba la coltura del frassino da manna ha dato di che
sostentarsi a parecchie famiglie contadine sin all'inizio del secolo
scorso. Cos'è la "manna"? Diffuso su tutto il versante
nord-orientale delle Madonie (in una parte del territorio di Pollina
e di Castelbuono), la si otteneva tramite incisione dei tronchi del
frassino. Da queste, fatte con un coltello a lama curva, fuoriusciva
un liquido amarognolo che, dopo pochi minuti all'aria calda ,
diventava bianco, compatto e dolcissimo. Un vero e proprio
dolcificante antico, usato nella fattura di diverse ricette locali,
trovava uso persino nella farmacologia antica come lassativo blando
per l'infanzia. Negli anni '30, con la produzione di succedanei a
più basso costo, molti furono spinti ad abbandonare la coltura del
frassino. Oggi se ne ricerca il recupero e il lancio, in funzione
storica e tradizionale dell'area siciliana. |