I
Ritrovamenti
Le Terme --- Si scorgono al
suo interno, i sostegni ad un doppio pavimento che permetteva di
riscaldare l'ambiente e una zona trattata a mosaico che era di
pavimentazione ad una vasca.
Il Ginnasio ---
Scavato verso la metà dell'Ottocento e manomesso nel 1866 dal
Cavallari, il “Ginnasio” prende questo nome da un'iscrizione greca
in cui soldati greci dedicano la costruzione ad un'antico e non ben
precisato Antallo, ginnasiarca ( l'iscrizione si trova ora nel Museo
Archeologico Regionale di Palermo). L'iscrizione dimostra che a
Solunto vi era un ginnasium, essendo viva l'attività dell'efebia,
ma, in realtà, il vero edificio non è stato finora identificato.
La costruzione, in effetti, è un'antica casa patrizia con atrio e
peristilio a due piani. In quest'ultimo sono ancora presenti tre
colonne, in stile dorico alla base e ionico in alto, facenti parte
di un quadrato di quattro colonne per lato con una trabeazione su
cui rimane un fregio a metope e triglifi. Vi sono, inoltre, resti di
ricchi pavimenti a mosaico e pitture murarie di tarda epoca ( di IV
stile ), risalenti ad una rifacimento del I secolo d. C.
La Casa di Leda ---
Oltrepassata la Via Ippodamo da Mileto, da dove si gode un
bellissimo panorama della baia di Palermo e del Monte Pellegrino.
vi è la
casa patrizia denominata
Casa di Leda,
che deve il suo nome
ad un affresco al suo interno raffigurante Leda e il cigno. Scavata
nel 1963, come molte delle case lì intorno, presenta un peristilio a
dodici colonne ( quattro per lato ) doriche alla base e ioniche al
coronamento, contiene ancora mosaici in bianco e nero. Sul
peristilio affacciano le camere, una delle quali presenta ancora le
pareti affrescate d'epoca romana. ad ovest del vestibolo, si trova
la stanza del quadretto ( un emblema ) e al suo interno presenta una
decorazione del tutto inusuale ed inattesa: un astrolabio col globo
terrestre circondato dalle sfere celesti, forse importato da
Alessandria. Ad ovest del peristilio si trova il triclinio che
presenta affreschi e decorazione d'epoca tarda, che, probabilmente
hanno sostituito affreschi originari d'epoca più antica. Sulla
parete settentrionale, sono quattro ampi pannelli separati da steli
vegetali, uno raffigurante i Dioscuri e in un altro è dipinta la
madre dei divini gemelli, Leda (col cigno), come già detto, da cui
ha preso il nome l'intera casa. Sulla parete di fondo sono altri
pannelli raffiguranti figure maschili, in piedi, sedute e con
fiaccole (probabili Imenesi, geni del matrimonio).
Il peristilio possiede un impluvium (circondato da una cornice
musiva a volute bianche e nere) che scarica in una cisterna ovale ad
un livello inferiore. Al terzo livello in basso, che affaccia sulla
via dell'Agorà, erano posizionate quattro botteghe con
mezzanini-dormitori soprelevati.
All'interno della Casa di Leda si trovavano tre statue, in marmo e
una in calcare, raffiguranti figure femminili panneggiate, che
ritornate alla luce, sono ora conservate nell'Antiquarium.
Intorno alla Casa di Leda sono state ritrovate molte altre Case
patrizie, alcune affacciano sulla stessa Via Ippodamo da Mileto, con
mosaici od affreschi di notevole fattura. |