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La chiesa del
Carmine a Noto. |
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- 27 Febbraio 2007 |
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da Wikimedia Commons
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Il terremoto dell'11 gennaio 1693 distrusse la città. Giuseppe
Lanza, duca di Camastra venne nominato vicario generale della ricostruzione nel Vallo
di Noto. Lanza fu assistito da un gruppo di tecnici fra i quali l'ingegnere militare
del re di Spagna, il fiammingo Carlos Grunemberg. Il progetto che si venne a sviluppare fu
oggetto di un interminabile contrasto tra abitanti, che si opponevano al trasferimento, e
i rappresentanti delle istituzioni. Il progetto prevedeva di ricostruire la città nei
terreni situati sul pendio del Colle Meti, di proprietà del nobile Giambattista Landolina
Solonia, al quale si attribuisce la paternità del primo impianto della nuova Noto. Il
Consiglio cittadino deliberò a favore del progetto, che venne fra l'altro sostenuto da
Asmundo, commissario generale.
Mentre le polemiche erano in corso la città monumentale prendeva forma, tanto che il
Cardinale Giudice sentenziò alla fine: "Las fabricas han deciso la lite".
Le costruzioni già avviate avevano deciso, infatti, il sito della nuova città, aldilà
di ogni discussione. |
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Noto risorse più bella di prima. Nel suo impianto
particolare è oggi possibile leggere due città distinte: l'una, la sede del popolo
minuto, posta sulla spianata alta del colle, il cosiddetto Pianalto, impostato su di una
maglia a scacchiera, definita da un asse in direzione nord-sud; l'altra la città del
potere e delle istituzioni. Quest'ultima è la città per eccellenza, che manifesta la
spazialità barocca attraversi il suo tessuto urbano regolare, con strade rettilinee e
parallele, sulle quali si aprono gli scenografici scorci architettonici delle piazze e
delle scalinate sormontate da Chiese e Palazzi. Questo tessuto, a schema ortogonale, si
incentra su di un asse est ovest e due piazze che definiscono i luoghi dello scambio e del
potere religioso, ovvero l'area venalis della piazza del mercato, l'unica
attraversata al centro (come a Catania), e l'area majoris ecclesiae,la piazza del
Duomo. |
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E' un "giardino di pietra", come
definì Noto, Cesare Brandi e aggiunge Anthony Blunt: " Il fascino della città è
altamente valorizzato dall'essere stata costruita con una meravigliosa pietra gialla
La caratteristica più attraente dei palazzi è la serie di balconi, portanti
figure grottesche o animali, che sporgono come grondoni gotici dal muro, sostenuti a loro
volta da maschere grottesche e teste di angeli avvolte in foglie di acanto profondamente
incise". |
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E' il tripudio del simbolismo barocco, dell'esuberanza
ornamentale e della mimesi, operata dai grandi maestri della ricostruzione come Gagliardi,
Sinatra, Labisi, ma anche da maestranze artigiane dalla tecnica raffinata, come capimastri
e scalpellini, marmorari e pittori. Un connubio dal quale è risultato il celebre Barocco
di Noto, una "particolarità" all'interno di un momento artistico particolare. |
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Il risultato finale è una città talmente importante
e rappresentativa che quando, nel 1837, il Governo borbonico decise di trasferire la sede
del capoluogo di provincia, volendo punire Siracusa degli eccidi avvenuti nel corso
dell'ultimo colera (creduto veleno), non poté che scegliere Noto. Nel 1844 fu fondata la
diocesi. Questa ulteriore centralità amministrativa acquisita si manifesta attraverso la
realizzazione di opere come il Teatro, la Biblioteca, le sistemazioni viarie che
arricchiscono ancor più la città. Caduti i Borboni, il Parlamento italiano nel 1865
restituì a Siracusa i suoi poteri istituzionali. |
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