Pequod76 - 27 Luglio 2007
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Ancora lungo il Corso, ma a sinistra, è la Chiesa di Santa Chiara (1717) e il relativo Convento. E' opera dell'architetto Rosario Gagliardi, uno dei più importanti maestri del barocco siciliano e dei maggiori animatori della ricostruzione di Noto. Lavori di risistemazione esterna, avvenuti nel corso dell'Ottocento, con il cambiamento di livello del piano stradale, non fanno apprezzare pienamente l'opera. Molto interessante è l'impianto ovoidale: questa organizzazione dello spazio centrale è stata trasformata dall'architetto, inserendo un vestibolo e un presbiterio rettangolare. Non bisogna infatti dimenticare il carattere di Chiesa monastica. Due grandi nicchie ai lati dell'atrio, risolvono il problema di permettere alle clarisse di partecipare alle funzioni religiose pur mantenendo la riservatezza della clausura, e al contempo affacciarsi sul Corso per seguire lo svolgersi delle processioni. Nella Chiesa di Santa Chiara si ammira un bellissimo dipinto del Loforte. | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La seconda
delle grandi piazze del Corso, è la piazza del Municipio, cuore della città, l'antica area
majoris ecclesiae in quanto sulla stessa scenografica piazza si erge la Cattedrale,
dedicata a S. Nicolò di Mira e a S. Corrado, eremita, le cui ossa si serbano all'interno,
chiuse in un'urna d'argento. Il Palazzo Ducezio è la sede municipale, edificato nel 1746-48, è opera di Vincenzo Sinatra, allievo di Gagliardi, che adotta una tipologia rarissima in Sicilia. Un blocco rettangolare costituito originariamente dal solo piano terra, con il fronte composto da un porticato ad archi e colonne di ordine ionico che lo avvolge su ben tre lati. Gli studiosi fanno rilevare che l'originalissimo portico potrebbe paragonarsi a quello della Chiesa di San Paolo a Palazzolo Acreide, attribuita allo stesso Sinatra: ambedue modelli sono inconsueti nella storia dell'architettura siciliana. Prezioso è il salone di rappresentanza, all'interno del Municipio, decorato con ori e stucchi. Sulla volta si può ammirare un affresco di Mazza che raffigura Ducezio, re dei Siculi, nell'atto di fondare l'antica Neas. |
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Il Duomo è raccordato con il piano di Palazzo Ducezio grazie ad una scalinata (1770-1776) a tre ripiani, fiancheggiata da due esedre alberate e dai settecenteschi palazzi Trigona e Landolina. E' storicamente uno degli edifici più tardi della città: iniziato nei primi anni del Settecento, diviene Cattedrale solo nel 1844. Il prospetto , su due ordini di colonne, è delimitato da due campanili. L'autore, anonimo, adotta un modello classicista di derivazione francese, tale da ricordare Notre Dame a Versailles di J.H. Mansart. | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Questa è un'altra testimonianza di una progettazione aperta alle novità, che confronta la tradizione siciliana con la cultura europea del secolo XVIII. L'impianto è a tre navate tipico delle chiese a croce latina. All'interno è conservato un rilievo policromo del Cinquecento, raffigurante la Madonna delle Grazie e l'urna d'argento con le reliquie di S. Corrado, cesellata da Claudio Lo Poggio. | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Barocco è anche il Palazzo Trigona, sontuoso nei suoi balconi, i suoi saloni interni sono decorati con affreschi, fra i quali ne spicca uno di Mazza. | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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