Proseguendo lungo il principale Corso Vittorio
Emanuele troviamo la Chiesa di San Carlo Borromeo (1730) e il Collegio dei
Gesuiti (1736-1746), opere rispettivamente di Gagliardi e di Francesco Maria Sortino,
suo amico e collaboratore. I Gesuiti furono fra i primi ad accaparrarsi le aree migliori
della nascente città. La Chiesa, con le sue ripetute concavità, si inserisce
armonicamente nel corpo del Convento, ispirandosi il tutto ai modelli dell'architettura
civile. L'altare maggiore è impreziosito da una policromia di marmi bianchi e rossi e dal
tabernacolo in legno dorato di Basile.
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La terza
piazza del Piano delle Meti è la Piazza XVI Maggio, rettangolare, nella parte superiore
è ubicata la Villetta d'Ercole realizzata a metà Ottocento. Al centro si
posiziona una fontana marmorea settecentesca sulla quale stata posta una statua di Ercole
(secolo XVII) proveniente dal palazzo senatorio della Noto antica. Sulla piazza
prospettano il Teatro Comunale (1851) e la Chiesa di San Domenico (1737),
opera del Gagliardi, che disegna e realizza un prospetto convesso, ornato da un doppio
ordine di colonne e da nicchie laterali. Considerato un capolavoro dell'architettura
barocca, questo prospetto prefigura organizzazione interna: una pianta centrale che si
trasforma in una longitudinale, seguendo il celeberrimo modello della Chiesa romana di San
Carlo ai Catinari. Accanto alla Chiesa è collocato il Convento (1727), lavoro di Sinatra. |