La città di Bronte fu
creata nel 1520, su disposizione di Carlo V, imperatore del Sacro
Romano Impero. Originariamente in periodo medievale nella zona
esistevano 21 piccoli nuclei, che furono, quindi, unificati in uno
solo. Nel
1799, Ferdinando I delle Due Sicilie nominò duca di Bronte
l'ammiraglio inglese Horatio Nelson, donandogli varti terreni
nell’area. Tra le costruzioni che divennero di sua proprietà vi
furono il Castello e la chiesa di Santa Maria nelle vicinanze di
Maniace. Nel
periodo risorgimentale, durante l’avanzata dei garibaldini in
Sicilia, ebbero luogo i controversi “fatti di Bronte”. A causa delle
promesse fatte da Garibaldi sulla redistribuzione delle campagne, i
contadini di Bronte si sollevarono, occupando le aree agricole dei
latifondisti. La rivolta, com’è noto, fu sedata nel sangue dal
luogotenente di Garibaldi, Nino Bixio. E’ passata alla storia come
la “Strage di Bronte”.
Essendo sulle
pendici dell’Etna, la storia di Bronte si lega con quella del
vulcano. Nel 1651, per esempio, l’abitato fu in parte sepolto dalla
lava dell’Etna, mentre le eruzioni del 1832 e 1843 lambirono
soltanto l’abitato. Va rilevato che l’eruzione del 1843 ebbe
carattere esplosivo, quando la colata lavica incontrò sulla sua
strada un serbatoio d’acqua. Alla fine si contarono ben 59 morti. E’
il numero maggiore di vittime mai fatto dalle colate dell’Etna.
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