Il pistacchio
(Pistacia
vera)
cresce su un albero di non grandi dimensioni, con un massimo di 12
metri d’altezza, ma abbastanza longevo, circa 300 anni. Fa parte
della
famiglia delle Anacardiaceae.
E’ una pianta che, pur
resistendo alla siccità e al freddo, non deve essere esposta a
particolari stress ambientali.
Il pistacchio è un frutto a ciclo biennale. La pianta è dioica, cioè
i fiori, sono unisessuali, esistendo piante di genere maschile e
femminile. Il polline di un
albero maschile può fecondare i fiori di dieci alberi di pistacchio
di genere femminile (normalmente non si supera gli otto). Il
frutto, chiamato pistacchio, è un seme, contenuto in un endocarpo
ovale (il guscio) sottile, ma resistente. Il seme che si estrae è di
un colore verde vivo, coperto da una buccia viola.
Esso veniva coltivato già un epoca preistorica nel Medio
Oriente, in particolare la coltivazione fu sviluppata in Persia.
Fu introdotto in Europa dagli arabi, che lo chiamavano fustuaq,
termine rimasto nel
dialetto siciliano, che individua il pistacchio come festuca
o frastuca. Il
pistacchio viene coltivato
in Iran, Turchia, Grecia e California. In Italia non è
particolarmente diffuso, ma esistono, come abbiamo visto,
coltivazioni di nicchia particolarmente significative come a Bronte,
con il suo “Pistacchio verde di Bronte DOP”. In Grecia il
pistacchio, simile all’italiano, ha la sua zona di maggiore
produzione nella regione di Almyros. Essendo il pistacchio un
frutto da guscio, la sua presenza (anche nella lavorazione) deve
essere menzionata sull’etichetta per legge, per evitare possibili
allergie alimentari al prodotto.
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