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A differenza dello Stromboli che è in perenne attività e del Vesuvio che alterna periodi di quiescenza a periodi di attività parossistica, l'Etna presenta periodi di calma a periodi (abbastanza ravvicinati) eruttivi. L'attività generalmente è annunciata da degassamento ed emissione di cenere a cui succede l'emissione di magma o, più raramente, attività di tipo stromboliano. Per la scarsa pericolosità l'Etna attira turisti da tutto il mondo, che ripaga con una spettacolarità della sua attività rara e suggestiva. L'eruzione più conosciuta è quella
che, nel 1669, fu più distruttiva, interessando la stessa Catania. Quella del 1614 fu
invece l'eruzione più lunga mai registrata: ben dieci anni contro i
122 giorni di quella appena descritta. Avvenne sul versante nord e
presentò lo strano fenomeno dell'ingrottamento. La lava che scendeva
incontrava delle grotte naturali in cui si incanalava riapparendo a
sorpresa a quote minori. Originatasi a quota 2550, raggiunse a valle
quota 975 m s.l.m. L'eruzione creò grotte laviche oggi visitabili
come quelle della Grotta del Gelo e della Grotta dei Lamponi. Nel 1892 un'altra
eruzione ingente creò il complesso dei Monti Silvestri a quota 1800
m s.l.m. |
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