Nel XX secolo
quella del 1928 fu l'eruzione più distruttiva con l'invasione
dell'abitato di Mascali sul versante orientale raggiungendo i paesi
di Sant'Alfio e Nunziata.
L'eruzione del 5 aprile del 1971, portò alla distruzione
dell'Osservatorio Vulcanologico e della Funivia dell'Etna, oltre che
strade e colture. Iniziata da una voragine a quota 3050 m, si
sviluppò con un'altra voragine a quota 1800 m, distruggendo Fornazzo
e minacciando Milo.
Ad essere minacciato, nel 1981, fu il paese di Randazzo. Si aprirono
rapidamente fenditure da quota 2550 via via fino a 1140. La Ferrovia
Circumetnea fu attraversata e la colata lavica si fermò
miracolosamente ad appena 200 metri dall'abitato di Randazzo. La
colata magmatica non risparmiò, però, la strada provinciale e la
ferrovia che collegava Randazzo a Taormina, anch'esse raggiunte e
tagliate. Ma fu quando il fronte lavico si avvicinò alle sponde
dell'Alcantara che si temette il disastro ecologico dell'intera
area. La colata si fermò, fortunosamente, a 600 metri di quota.
Nel 1983, l'eruzione (durata 131 giorni) si presentò imprevedibile
per continui ingrottamenti e la fluidità stessa del magma. Furono
distrutti impianti sportivi e la funivia dell'Etna, ma, per la prima
volta, la lava venne deviata, dopo parecchie polemiche, in un canale
artificiale, utilizzando cariche esplosive.
Nel 1991 fu Zafferana a correre
grande pericolo. L'eruzione si rivelò, non solo copiosa, ma la più
lunga del secolo: 473 giorni. Una frattura eruttiva si aperse a
Sud-est alle quote da 3100m a 2400m s.l.m. La direzione inizialmente
era quella verso La Valle del Bove, ma dopo aver superato il
Trifoglietto e il Salto della Giumenta, si indirizzò
verso la Val Calanna. Fu a questo punto (il 25 dicembre del
'91) che il paese di Zafferana Etnea venne minacciato dal corso
della lava.
Il primo intervento si basò sulla costruzione di un argine alto
venti metri. A lungo si sperò che bastasse, ma, alla fine, fu
necessario che intervenissero gli incursori della Marina Militare
per effettuare, con successo, un intervento con cariche esplosive
come nel 1983.
La tecnica della costruzione di argini alle colate laviche,
rivelatasi inefficace nel '92, fu adottata successivamente nel 2001
per il salvataggio del rifugio Sapienza, stavolta felicemente. La
lotta contro la pericolosità dell'Etna, non è stata fine a se
stessa. Le tecniche applicate sono state d'esempio e studio per gli
esperti di tutto il mondo, che qui hanno potuto verificarne la loro
stessa efficacia. |