Il Parco dell'Etna
Se l'idea di
costituire un parco protetto nella zona del vulcano Etna potremmo
farla risalire agli anni '60, per l'assoluta originalità
dell'ambiente naturale della zona, dovuto alla storia stessa del
vulcano e del tipo delle sue eruzioni, geologicamente parlando, e
che hanno portato ad una ricchissima varietà vegetale e animale,
bene, non è stata altrettanto semplice e chiara l'azione che
portasse alla sua costituzione. Solo dopo un vivacissimo dibattito e
polemiche, difficoltà e ostacoli, il 6 maggio 1981 l'Assemblea
Regionale Siciliana, avviando una filosofia e un'azione di tutela
del territorio, varò la Legge n. 98 che prevede l'istituzione di 19
riserve e la nascita di 3 parchi naturali: l'Etna, i Nebrodi e le
Madonie.
Un Comitato di Proposta, formato verso la fine dell'82, composto dei
rappresentanti dei 20 comuni interessati dell'area, si mise
all'opera. Anche qui le difficoltà non mancarono. Nonostante il
fallimento dell'iniziativa, il 17 marzo 1987 (G.U.R.S. n. 14 del 4
aprile 1987) sanziona la nascita del Parco dell'Etna. Il 14 agosto
dello stesso anno venne costituito l'Ente di diritto pubblico per la
gestione dell'area protetta, denominato Ente Parco dell'Etna con
sede in Nicolosi (CT).
Il Parco
dell'Etna, è diviso in quattro zone:
La zona "A" (di 19.000 ettari) è priva di insediamenti umani e per
questo è quasi tutta di proprietà pubblica.
La zona “B” (di 26.000 ettari) è, invece, mista. Comprende piccoli
appezzamenti agricoli, antiche costruzioni contadine, case
padronali. Un'area dove è presente l'opera storica dell'uomo e le
sue piccole attività attuali basate sulla natura.
Le zone "C" e "D" (di 14.000 ettari), in realtà sono zone di
pre-parco, per eventuali insediamenti turistici, sempre nella logica
del parco naturalistico.
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