Parco Letterario
Leonardo Sciascia
«Bisogna
andare in Sicilia per constatare quanto è incredibile l'Italia»
«Ti
accludo uno scritto d'un maestro elementare di Racalmuto (Agrigento)
che mi sembra molto impressionante»
(Lettera
di Italo Calvino a Alberto Carocci, 8 ottobre 1954)
Leonardo Sciascia
(Racalmuto, 8 gennaio 1921 - Palermo 20 novenbre 1989) è stato uno
scrittore, saggista e politico italiano. Collaboratore di quotidiani
e riviste ha sempre preso parte attivamente ai problemi politici e
sociali del paese.
Sciascia nasce a Racalmuto in provincia di Agrigento, allora detta
Girgenti, primo di tre fratelli, da un impiegato, Pasquale Sciascia,
e da una casalinga, Genoveffa Martorelli. La madre proviene da una
famiglia di artigiani mentre il padre è impiegato presso una delle
miniere di zolfo locali e la storia dello scrittore ha le sue radici
nella zolfara dove hanno lavorato il nonno e il padre.
Nel 1935 si trasferisce con la famiglia a Caltanissetta dove si
iscrive nell'istituto nel quale insegna Vitaliano Brancati che
diventerà il suo modello e che lo guida nella lettura degli autori
francesi, mentre l'incontro con un giovane insegnante,Giuseppe
Granata (che fu in seguito senatore comunista), gli fa conoscere gli
illuministi e la letteratura americana.
...
(da
Wikipedia.it)
Parco Letterario
Leonardo Sciascia nacque a Racalmuto in provincia di Agrigento nel
1921 e morì a Palermo nel 1989 (autore di celebri saggi e romanzi
come "Morte dell'Inquisitore" e "A ciascuno il suo"). Sciascia, uomo
profondamente siciliano, nel suo impegno civile, concepisce la vita
come confronto tra le qualità dell'uomo e realtà perversa che cerca
di annullarlo come individuo. La "lotta" si declina con diversi
poteri, dalla Mafia alla proprietà di Zolfarare o Saline, che
prendono la materialità, come in quest'ultime, del paesaggio stesso
della Sicilia, come il destino stesso della vita in tutte le sue
caratterizzazioni. Il siciliano nasce prigioniero di una realtà
intrinseca alla Sicilia stessa, ma è nella nobiltà del suo essere,
nella dignità d'essere nato uomo libero, ciononostante, che si
svolge l'arduo destino che lo coinvolge con un potere che è natura
stessa, addirittura paesaggio stesso e materia dello scontro tra,
appunto, bene e male. A tal proposito, Sciascia scrive "Il giorno
della civetta" dove si tratta il tema della Mafia attraverso il
dualismo tra il vecchio mafioso Don Mariano e l'ufficiale dei
Carabinieri Bellodi.
Le saline
e il mondo delle zolfatare, le Masserie e i campi arsi da un sole
implacabile, terra arida e assolata, scenario siciliano dove la
realtà della presenza della Mafia è connaturata con gli eterni
problemi della giustizia e dell'impegno civile, se vogliamo l'opera
stessa di Sciascia ha creato il Parco letterario a lui dedicato, che
diviso in più possibili itinerari permette la visitazione culturale
e materiale della sua immaginazione letteraria.
Il primo riguarda Racalmuto e
Caltanissetta, la sua casa natale di Racalmuto e la zona del mercato
nel capoluogo.
Il secondo itinerario riguarda le miniere di zolfo e le saline
(ambiente del racconto "La paga del sabato"), dove la decadenza
dell'industria mineraria siciliana rappresenta l'alienazione tipica
dell'uomo ed i tristi temi di sfruttamento e disfunzione.
Il terzo itinerario riguarda le feste popolari e religiose che si
svolgono nei paesi dell'area, e che sono proprie della sua visione
religiosa. I siciliani dialogano più con i Santi che con Dio, ma la
sostanza della loro fede non potrà mai permettere una rivoluzione
civile senza prima passarne una religiosa.
Il quarto ed ultimo itinerario si realizza con dei viaggi in treno,
che percorrendo quelli fatti dall'autore (soprattutto da bambino),
restituisce il panorama proprio dell'immaginario dello scrittore,
dove si svolge la maggiorparte dei suoi racconti. |