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Prima dei resoconti della storiografia greca ogni notizia storica per mancanza di “prova certa” (che allora si riteneva poter essere fornita esclusivamente dalla scrittura) rimaneva fondamentalmente sempre indeterminata e approssimativa. In modo particolare se i fatti narrati oralmente si perdevano nella notte dei tempi, sovente si sconfinava nel racconto favoloso, con diretto riferimento ai miti di origine e ai racconti leggendari. L’esempio più immediato può essere la guerra di Troia (sec. XII a.C.), avvenimento che scandisce la storia antica della civiltà occidentale, nell’epoca in cui non esisteva ancora la scrittura. La memoria collettiva trovò nei due poemi omerici, l’Iliade e l’Odissea, l’attestazione scritta. Ciò accadde anche per la Sicilia, poiché quando nell’VIII secolo a.C. iniziò la colonizzazione greca dell’Isola (nonché del Sud Italia e del Mediterraneo occidentale), la scrittura greca era ancora allo stato iniziale, essendo conosciuta e praticata da pochi privilegiati. Di quella straordinaria impresa, perciò, nessuno poté scriverne. Chi furono, dove approdarono i primi coloni greci giunti in Sicilia, chi li guidava? Quando furono fondate le principali città siciliane? Nessuno poté narrarci, neppure, le condizioni di fatto in cui erano l’Isola e le popolazioni indigene che i coloni greci vi trovarono. Oggi a queste domande danno una risposta i ritrovamenti archeologici e le moderne tecniche di datazione. Ma non esistono documenti scritti, ma solo racconti leggendari. Sembra che l’uomo sia apparso in Sicilia nel periodo paleolitico (per l’esattezza nell’età pleistocenica), circa un milione d’anni fa. Gli antichi mitologisti scrivono dei Ciclopi e dei Lestrìgoni. Ricordiamo che anche Omero ne parla nei libri IX e X dell’Odissea. Le figure mitologiche dei Ciclopi possono essere spiegate o come personificazione dei crateri dell’Etna o dalla presenza dei crani di elefanti nani, certamente esistiti nell’isola, in cui il buco della proboscide venne interpretato come cavità oculare. Si ricordino i ritrovamenti di animali preistorici nelle grotte di Acquedolci (Messina). I Lestrìgoni era un popolo di antropofagi abitanti nel territorio di Lentini. Occorre evidenziare che la pratica del cannibalismo è legata all'idea magico-religiosa di acquisire le particolari qualità che nessun animale possiede, all'infuori dell'uomo. L’uomo comparve in Sicilia circa un milione di anni fa nell’età pleistocenica, come si può arguire da alcuni residui cavernicoli trovati nei litorali di Trapani, di Palermo, a San Teodoro presso Messina e a Termini Imprese. |
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