Bernhard J. Scheuvens - Agosto 2004 |
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Per tutto il neolitico (che in Sicilia va dal 7000 circa al 2500 circa a.C.) vi è presenza di ceramica, oltre che di industria litica. E la ceramica ha in qualche modo attratto l’attenzione degli archeologi «classici», come Luigi Bernabò Brea e Vincenzo La Rosa. Nel territorio di Centuripe (Enna), è stato rinvenuto un riparo sotto roccia, con pitture in ocra rossa, tra cui una figura umana alta una ventina di cm; con le braccia larghe e con gonnellino, una rete (trappola), e figure simboliche. Questo sito è stato chiamato «Riparo Cassataro» dal nome dello scopritore, la ceramica nacque insieme con l’uso di decorarla per impressione, prima della cottura. All’inizio fu suggestivamente decorata mediante semplici impressioni col polpastrello o con l’unghia (ceramica ungulata), o col bordo di conchiglie (ad esempio col cardium: ceramica cardiale), o mediante fori fatti con un bastoncino. Successivamente vennero usati stampini in osso. I graffiti presenti sulle pareti della grotta Addaura, Monte Pellegrino (Palermo), ascrivibili al paleolitico recente — ovvero a circa 20.000 anni fa, — vengono considerati come una delle manifestazioni più antiche della presenza dell’uomo in Sicilia. Nell’età neolitica appare la ceramica con forme semplici, ma già artisticamente decorata, come si è trovata nelle stazioni neolitiche sicule di Matrensa (Siracusa) e di Stentinello (Siracusa), di Serraferlicchio (Agrigento) e di monte Tabuto (Ragusa). I commerci marittimi, incrementati dall’invenzione della vela e del remo, permettono quell’unità mediterranea che nel paleolitico era avvenuta prevalentemente attraverso la terraferma. La cultura tipica siciliana di questo periodo è quella che prende nome dal villaggio trincerato di Stentinello, che è contraddistinta dalla ceramica decorata a impressioni ottenute sulla creta molle con l’unghia, con punzoni o con l’orlo di conchiglie, con grande varietà di tipi di tazze, scodelle, brocche e boccali. Il neolitico siculo ebbe il suo più vivace sviluppo nelle isole Eolie, a causa dell’attivo commercio dell’ossidiana, più tagliente della silice, e quindi più ricercata per la fabbricazione di utensili prima della scoperta dei metalli. Bellissime, di questo periodo, sono le anse a rocchetto di taluni vasi eoliam, che coi loro complicati avvolgimenti indicano a quale raffinatezza fosse giunta l’arte di questi primitivi abitatori della Sicilia. |
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