5/26
SICILIA PREISTORICA   LE ETNIE
L'origine del nome   I Sicani
Dal Mito alla Storia   I Siculi
Età paleolitica   Gli Elimi
Età neolitica   I Fenici
Età eneolitica   LA SICILIA FENICIA
Età del bronzo   LA SICILIA GRECA ORIENTALE
Pantalica   LA SICILIA GRECA OCCIDENTALE
Età del ferro   INDIETRO
    SICILIA ANTICA
   Dal mito alla storia, analizziamo le
   civiltà d'origine che convivevano nel
   tempo antico in Sicilia: dalla
   preistoria alle colonie greche e
   cartaginesi.
 

Per saperne di più  

   
   
 
   L'età neolitica    
     
     

 
 

Riproduzione dei disegni paleolitici nella grotta di Addaura, esposta nel Museo Archeologico Regionale di Palermo.


 

Bernhard J. Scheuvens - Agosto 2004


 


 


da Wikimedia Commons

 

Per tutto il neolitico (che in Sicilia va dal 7000 circa al 2500 circa a.C.) vi è  presenza di ceramica, oltre che di industria litica. E la ceramica ha in qualche modo attratto l’attenzione degli archeologi «classi­ci», come Luigi Bernabò Brea e Vincenzo La Rosa.

Nel territorio di Centuripe (Enna), è stato rinvenuto un riparo sotto roccia, con pitture in ocra rossa, tra cui una figura umana alta una ventina di cm; con le braccia larghe e con gonnellino, una rete (trappola), e figure simboliche. Questo sito è stato chiama­to «Riparo Cassataro» dal nome dello scopritore,

la ceramica nacque insieme con l’uso di decorarla per impressione, prima della cottura. All’inizio fu suggestivamente decorata mediante semplici impressioni col polpastrello o con l’unghia (ceramica ungulata), o col bordo di conchiglie (ad esempio col cardium: ceramica cardiale), o mediante fori fatti con un bastoncino. Successivamente vennero usati stampini in osso.

I graffiti presenti sulle pareti della grotta Addaura, Monte Pellegrino (Palermo), ascrivibili al paleolitico recente — ovvero a circa 20.000 anni fa, — vengono considerati come una del­le manifestazioni più antiche della presenza dell’uomo in Sicilia.

Nell’età neolitica appare la ceramica con forme semplici, ma già artisticamen­te decorata, come si è trovata nelle stazioni neolitiche sicule di Matrensa (Siracusa) e di Stentinello (Siracusa), di Serraferlicchio (Agrigento) e di monte Tabuto (Ragusa). I commerci marittimi, incrementati dall’invenzione della vela e del remo, permettono quell’unità mediterranea che nel paleolitico era avvenuta prevalentemente attraverso la terraferma. La cultura tipica siciliana di questo periodo è quella che prende nome dal villaggio trincerato di Stentinello, che è contraddistinta dalla ceramica decorata a impressioni ottenute sulla creta molle con l’unghia, con punzoni o con l’orlo di conchiglie, con grande varietà di tipi di tazze, scodelle, brocche e boccali. Il neolitico siculo ebbe il suo più vivace sviluppo nelle isole Eolie, a causa dell’attivo commercio dell’ossidiana, più ta­gliente della silice, e quindi più ricercata per la fabbricazione di utensili prima della scoperta dei metalli. Bellissime, di questo periodo, sono le anse a rocchet­to di taluni vasi eoliam, che coi loro complicati avvolgimenti indicano a quale raffinatezza fosse giunta l’arte di questi primitivi abitatori della Sicilia.

 
 
 

HOME