Evidentemente la situazione alquanto
incerta: Alla morte dello stesso Matteo d’Aiello, (che Tancredi aveva
elevato al cancellierato del regno) i nobili pugliesi chiesero di nuovo
l'intervento di Enrico VI. Stavolta il re svevo, non avendo opposto eserciti
di sorta, in una marcia trionfale conquistò tutte le terre del regno. E
mentre la regina Sibilla, con i figli e i dignitari rimasti fedeli, si
rifuggiava nel castello di Caltabellotta, Enrico VI il 25 dicembre 1194 si
fece incoronare a Palermo re di Sicilia. Il fratello dell'arcivescovo
Gualtiero Offamil, Bartolomeo, anch'esso arcivescovo, incoronandolo, chiuse
tutte le dispute per la successione al regno iniziate alla morte di
Guglielmo II il normanno.
Con grande magnanimità il 29 dicembre 1194 Enrico fece venire a Palermo la
regina Sibilla e i suoi figli (e i dignitari normanni rimasti a lei fedeli),
promettendo le contee di Lecce e di Taranto per il giovane Guglielmo, figlio
successore di Tancredi. La generosa offerta si dimostrò, però, l'abile
tentativo di fare prigionieri i nemici che gli erano rimasti. Con il
tradimento caduti in mano sua, la famiglia di Tancredi fu, prigioniera,
deportata in Germania. Il piccolo Guglielmo a Omburg, tra 1198-1199, fu
crudelmente ucciso, in modo da cancellare i normanni che ancora potevano
mettere in pericolo la sua corona. Le figlie di Tancredi, non rappresentando
un pericolo, furono fatte diversamente sposare con vari notabili tedeschi.
Era così definitivamente estinta la dinastia normanna.
Il suo regno durò dal 1194 al 1197. Nonostante la sua brevità la sua
reggienza è passata alla storia per la sua efferatezza. Aizzato dal vescovo
d’Ildessein e dal maresciallo Marcovaldo di Auweiler, Enrico VI si accanì
contro ogni possibile avversario, con torture, accecamenti, impiccagioni e
scorticamenti, fino alla morte. La stessa moglie Costanza d’Altavilla si
rese conto della crudeltà e gratuità delle pene che infliggeva agli
avversari e al popolo tutto, tanto che, con la guida di Guglielmo Lo Monaco
signore di Castrogiovanni (oggi Enna) intraprese la ribellione contro
Enrico.
La forza della rivolta e le sue precarie condizioni di salute portarono il
re a rifuggiarsi a Messina, dove morì improvvisamente il 25 settembre 1197.
Ciononostante fu sepolto nel duomo di Palermo. |