Il 26 dicembre 1194 era nato
a Jesi il piccolo Federico, figlio di Costanza
d’Altavilla. Alla morte di Enrico VI i domini tedeschi e il regno di Sicilia
passarono a lui, leggittimo successore. Essendo ancore piccolo il regno
passò a Costanza, sua tutrice, la quale fece dare al giovane Federico una
formazione latina, con grande scorno dei baroni tedeschi. La sua volontà era
tale che, alla sua morte avvenuta il 25 novembre 1198, venne nominato
reggente del regno e tutore di Federico II, per decisione sempre di
Costanza, papa Innocenzo.
Re Federico II con il suo regno ha lasciato alla storia un'impronta
incredibilmente grande e da tutti riconosciuta. Per il suo concepimento del
governo di una monarchia assoluta, ha dato, primo fra tutti, un esempio tale
da farlo valutare, più che siciliano, europeo. Federico II pose a Palermo la
sua capitale. E' per l'isola un momento tale da proiettarla ai massimi
livelli, culturali e storici. In una Sicilia poliedrica di culture, Federico
II seppe unire la cultura latino-germanica, quella siculo.normanna e quella
araba. Parlava ben sei lingue con assoluta padronanza. (latino, italiano,
greco, arabo, francese e tedesco). A livello politico si misurava con i
grandi del periodo essendone assolutamente alla loro altezza. Anzi, con la
sua azione modificò gli equilibri stessi d'Europa. Fu chiamato
Stupor mundi,
la
meraviglia del mondo e
mirabjlis mutator,
colui che mutò mirabilmente le cose.
Ernesto Pontieri, nella valutazione politica del regno di Sicilia all'epoca
di Federico II di Svevia, scrive:
«Nella monarchia di Federico a noi ravvisiamo un modello di reggimento
politico che, primo in Europa, fece sentire i benefici frutti derivanti da
una forte potestà statale associata al senso vivo d’una più alta giustizia
sociale. Cotesto modello, creazione nostra in terra nostra, è rimasto,
attraverso i tempi, la più schietta caratteristica della storia del popolo
meridionale».
La sua grandezza è tale che alla sua corte si creò la prima poesia artistica
italiana, la cosiddetta
"scuola siciliana"
. Fu un tale faro culturale che, essendo profondo conoscitore di poesia,
filosofia e matematica, fondò nel 1224 l' università di Napoli, con un
decreto firmato a Siracusa il
5
giugno 1224.
Scrisse testi quali
De arte venandi cum avibus
, sulla caccia col falcone. |