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LA SICILIA SVEVA
 Bullet7blu.gif (869 byte) La successione di Tancredi
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Enrico VI al potere
 
Bullet7blu.gif (869 byte) Federico II  "Stupor mundi"
 
Bullet7blu.gif (869 byte) Federico II monarca assoluto
 
Bullet7blu.gif (869 byte) Considerazioni su Federico II
 Bullet7blu.gif (869 byte) Le lotte per la successione
   Bullet7blu.gif (869 byte) La svolta «francese»
 
Bullet7blu.gif (869 byte) Leggende popolari/1
 
Bullet7blu.gif (869 byte) Leggende popolari/2
 Bullet7blu.gif (869 byte) La scuola poetica siciliana
 Bullet7blu.gif (869 byte) Monumenti svevi
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    FEDERICO II
    E LA SICILIA SVEVA
  
    Fu chiamato
Stupor mundi,
   
la meraviglia del mondo e
    mirabjlis mutator,
colui che mutò
    mirabilmente le cose.
    E' Federico II e il Regno di Sicilia
 

Per saperne di più  

   
   
 
    La svolta «francese»    
     
     

 
 

Esecuzione a morte
di Corradino di Svevia
,
 

Giovanni Villani

 

 
 
 

da Wikimedia Commons

 

Alla morte di papa Clemente IV (1254-1261), gli succedettero due papi francesi: Urbano IV (1261-1264) e Clemente IV (1265-1268). Poichè le trattative con la corte inglese non portavano frutti, rivolsero la loro attenzione alla monarchia francese. Re Luigi IX il Santo puntava alla conquista dell’impero bizantino. Il papa lo convinse che per ottenere questo risultato bisognasse impadronirsi prima della corona siciliana, e che fosse volontà del popolo stesso nelle continue rivolte liberarsi del governo svevo. Nel 1265 re Luigi IX di Francia finalmente accettò la corona del regno di Sicilia per suo fratello Carlo d’ Angiò, conte di Provenza. La soluzione «francese» fu quindi la svolta finale della questione siciliana.
Nella battaglia del 26 febbraio 1266, al ponte della Maorella, presso il fiume Calore di Benevento, la cavalleria francese travolse la fanteria di Manfredi. Egli morì nello scontro lasciando il campo aperto al dominio angioino.
I Siciliani, sotto la guida di Corrado Capece, per lealtà verso la corona sveva, invitarono Corradino di Svevia a prendere la corona siciliana, che gli spettava per diritto di successione. La conseguente spedizione di Corradino in Italia si risolse nella battaglia di Tagliacozzo il 23 agosto 1268. Sconfitto e tradito nel castello di Astura dai Frangipane, finì consegnato nelle mani dei francesi, che lo decapitarono nella piazza del mercato di Napoli, assieme al cugino Federico d’ Antiochia, il 29 ottobre 1268.
Carlo d’Angiò considerò quest'atto dei siciliani come un vero e proprio tradimento. Inviò in Sicilia il suo luogotenente Guglielmo l’Etendart, con l'ordine di punire l'oltraggio. Questo non risparmiò nè crudeltà nè sangue. Fece uccidere barbaramente i capi della rivolta. Spietato torturò, mutilò e uccise secondo la propria volontà. Fu con questo biglietto da visita che il dominio angioino si presentò in Sicilia. Sotto la cenere covò il malumore e l'odio per gli occupanti. Il Vespro siciliano del 1282 dimostrò affermandola la volontà dei siciliani tutti, in una delle pagine più splendenti della storia dell'isola.

 
 
 

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