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«Mentre il medico discute la Villa del Casale muore». E’ uno dei molti titoli apparsi sui giornali siciliani. «Attenti, qui sta sparendo un tesoro». Questo invece è uno dei molti titoli apparsi sui giornali italiani. La vicenda della Villa di Piazza Armerina è balzata all’attenzione nazionale. Quanti la stanno seguendo da mesi hanno ansimato più del solito, perché questa volta non riguarda soltanto di un Bene culturale, ma una polemica nella quale è coinvolto – per la verità, suo malgrado – Vittorio Sgarbi, nominato a luglio del 2004 dall’assessore Fabio Granata coordinatore di tutti gli interventi sulla preziosa Villa, con il compito di rilanciare a livello internazionale questo gioiello patrimonio Unesco dell'Umanita'. Oggi il ruolo del critico d’arte è stato ridimensionato, dopo gli attacchi suscitati per via di una delega giudicata “confusa”, perché si sovrapponeva sui poteri istituzionali del Consiglio Comunale di Piazza Armerina, del Consiglio Provinciale di Enna, della Soprintendenza per i Beni Culturali, del Museo autonomo della Villa… persino della cooperativa che si è aggiudicata i servizi aggiuntivi. Il punto nevralgico del contendere, tuttavia è stato il progetto da adottare per proteggere gli antichi mosaici della Villa, con il conseguente rischio di perdere i 18 milioni e 277 mila euro assegnati dai fondi di Agenda 2000 e da impegnare (ut dicunt) entro il 2004. I progetti sul tappeto erano tre, elaborati dagli architetti Guido Meli, Mario Bellini, Guido Canali. La proposta Meli era quella redatta dal Centro regionale per la progettazione e il restauro, diretto appunto da Meli. Consisteva in una riproposizione moderna del precedente allestimento realizzato negli anni sessanta dall’architetto Francesco Minissi, che attraverso materiali come ferro e plexiglas trasparente ha puntato a ricostruire le volumetrie dell’antico Casale. Meli, continuando sulla medesima strada, prospettava di aggiornare alla luce delle nuove tecnologie un’opera, che (a nostro avviso modestissimo) aveva molteplici valenze sia sotto il profilo conservativo che della fruibilità. Altro progetto era quello del noto architetto-designer Mario Bellini: vi si prevedeva di smantellare l’attuale involucro che protegge mosaici e visitatori (cioè la realizzazione di Minissi), per creare una cupola spaziale come quelle di Richard Buckminister Fuller. Il progetto avveniristico, di forte impatto visivo e … ambientale, ha suscitato la reazione di una novantina di studiosi che hanno persino presentato un appello all’Unesco. L’ultimo dei tre progetti era quello dell’architetto Guido Canali, un raffinato ideatore d’interventi per la valorizzazione di strutture storiche (ricordiamo il palazzo della Pilotta a Parma o il recente intervento sull’antico ospedale di Santa Maria della Scala a Siena). Il delicato progetto per la Villa del Casale, costituito da strutture trasparenti e pannelli in alluminio, è stato respinto dalla Soprintendenza, giacché prevedeva quasi esclusivamente luce artificiale e moltissimi rampicanti. Di quest’ultima proposta Sgarbi dice: «Sono stato costretto a chiedere a Guido Canali di elaborare un progetto in sei giorni per rispettare le scadenze. Poi la Regione ha tirato fuori la storia della possibile proroga fino al 2008». Questa è cronaca odierna. Le polemiche sono state, infatti, interrotte dal nuovo assessore regionale, subentrato a Granata, dopo il rimpasto del Governo regionale. Alessandro Pagano, ritrovandosi fra le mani l’affaire Villa del Casale, ha deciso, infatti, di ridurre l’impegno di Sgarbi a semplice consulente, nominandolo presidente della commissione che dovrà scegliere il miglior progetto di recupero della Villa. L'assessore regionale ha scelto precisamente di optare per la soluzione piu' rapida: indire un concorso internazionale. La commissione selezionerà dieci progetti, tra i quali uscirà il vincitore, entro 250 giorni dalla pubblicazione del bando. I lavori dovranno essere appaltati all'inizio del 2006 e consegnati in 24 mesi. Il futuro della Villa è ancora tutto da disegnare. Restiamo in attesa.
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