Archeologia in Sicilia
Epicentri gestionali dei grandi
latifondi
agricoli
in epoca romana,
tra il IV al V sec. d.C. |
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g(634450)a(1441462)645627369) |
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Le Ville suburbane
di Patti Marina e del Tellaro |
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Testo di Roberta Irrera |
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Dettaglio del "Mosaico dei
satiri e delle menadi" della villa romana
del Tellaro a Noto (Siracusa).
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da Wikimedia Commons
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Il rinato interesse nei confronti della villa romana
del Casale (Piazza Armerina), preziosissimo documento dell'archeologia tardo
imperiale siciliana, offre uno spunto per avviare un riesame delle altre
testimonianze di ville suburbane romane, gravitanti in un arco cronologico
che va dal IV al V sec. d.C.
La costruzione di sontuose ville romane in Sicilia
negli ultimi secoli dell'Impero romano fu quanto mai proficua e contribuì a
disegnare un sistema viario che, al contrario dei secoli precedenti, non
gravitava più intorno ai grandi agglomerati urbani, ma che si ridisegnava in
funzione dell'elemento rurale, centrale in un'economia latifondistica qual
era quella siciliana dal IV sec. d.C.
Se già dal I sec. d.C. abbondano le testimonianze
archeologiche di abitazioni suburbane rurali, è col IV sec. che in Sicilia
si possono ravvisare lussuosissimi complessi suburbani, strutturati in una
molteplicità di ambienti, non ultimi i vani termali, decorati con dovizia di
particolari, spesso con materiali pregiati e di difficoltoso reperimento.
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Se è massima la fama raggiunta dalla Villa del Casale
di Piazza Armerina, non dovrebbero a questo proposito passare in secondo
piano almeno altri due complessi notevoli, pressoché coevi all'impianto
dell'ennese e ad esso analoghi quanto a struttura estensiva e policentrica e
decorazione musiva. Ci riferiamo alla Villa romana di Patti Marina
(Messina), e a quella sita sulla sponda destra del fiume Tellaro (Siracusa),
ambedue scavate agli inizi degli anni '70.
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