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  La Villa del Casale
  di Piazza Armerina
   
     
     

 
 
 

Villa del Casale a Piazza Armerina

 

M. Disdero - Giugno 2006
 
 



da Wikimedia Commons

 
 
Quando, a partire dal 1929, l’illustre archeologo Paolo Orsi, iniziò i primi scavi, emerse uno dei migliori esempi di domus, con ambienti molto articolati, riccamente decorati da pavimentazioni musive, probabilmente opera di maestranze africane altamente specializzate. Era destinata a residenza privata. Si ritiene che il proprietario della villa si possa identificare con C. Ceionio Rufo Volusiano, vissuto nel IV secolo, che ricoprì le cariche di prefetto urbano e poi di console. Anche suo figlio Ceionio Rufo Albino fu prefetto urbano e, nel 335 d. C., console. Sembra che padre e figlio siano stati condannati all’esilio, così si crede si siano ritirati nella loro proprietà siciliana, occupando ciascuno uno dei due appartamenti riscontrabili nella distribuzione della villa che ci è pervenuta.

Ceionio Rufo Albino era uno dei più noti intellettuali del suo tempo. In una iscrizione ufficiale è appellato “philosophus”. Per questo motivo è possibile trovare denominata questa domus come “Villa del filosofo”. A parte l’elevato livello culturale del suo proprietario, la villa costituiva il cuore per la conduzione di un imponente latifondo agricolo. I suoi prodotti erano smerciati nello Statio Philosophiana, una delle stazioni che costituivano i nodi nevralgici delle grandi vie di traffico mercantile.

Fino ad allora erano i grandi abitati a costituire i centri di mercato, ma gli interessi via via si spostarono in corrispondenza dei grandi latifondi. Non a caso a soli a 5 km dalla villa, gli archeologi hanno rinvenuto i resti di un villaggio che ebbe il suo periodo di massima espansione proprio nel IV e nel V sec. d. C., identificato proprio come lo statio Philosophiana. Fu tra il IV ed il V secolo che la Villa del Casale visse il suo massimo splendore., per decadere in seguito con le invasioni dei Vandali e dei Visigoti. Nonostante gli ingenti danni, continuò a svolgere la sua funzione fino agli inizi dell’epoca normanna (sec. XII) , quando rovinò definitivamente ed addirittura scomparve persino dalla vista, successivamente sepolta dalla fanghiglia di un’alluvione. Oggi, perfettamente restaurata, si può visitare all’esterno ed all’interno. Si ammirano la basilica e le terme, come si può percorrere, grazie ad opportune passerelle, le varie sale che si affacciano sul peristilio ed il giardino centrale.
 
 
 
           

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