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Nel centro storico di Catania,
  in piazza Federico II di Svevia.
 

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  Castello Ursino    
     
Testo di Marco Pugliatti     

     
 
Interno del Castello Ursino a Catania. Sala d'ingresso.

 

Foto di Giovanni Dall'Orto - 2 Ottobre 2006
 
 
 
 

da Wikimedia Commons

   

Descrizione dell’impianto e delle decorazioni.

Il castello, ubicato inizialmente in cima ad un costone a strapiombo sul mare, si erge ora su di un paesaggio stravolto dalle colate laviche che hanno spostato la linea di costa ad hanno mutato notevolmente la morfologia del luogo, che si presenta oggi più esteso e pianeggiante. L’aspetto del monumento trasmette un senso forte di compattezza generale derivante dalla perfetta simmetria speculare della pianta quadrata (ogni lato misura 50 metri), tipico del razionalismo svevo. Ai quattro angoli vi sono quattro robuste torri, altre quattro semicilindriche sono inserite al centro di ogni lato.

All’interno si apre una vasta corte quadrata, dove, attorno, sono disposte quattro grandi sale con, ai fianchi, altre sale minori da cui poi è possibile accedere  alle torri angolari. Ogni sala grande è divisa in quattro campate alte circa 10 metri. Tre di queste sono coperte con volte a crociera costolonate appoggiate su capitelli, quindi su semicolonne inserite ai muri, l’altra con volta ogivale sorretta da archi impostati su pilastri. Gli ambienti secondari, ovvero le sale minori, hanno una copertura con volte a crociere costolonate ricadenti su pilastri o su mensole. Le quattro torri angolari sono cilindriche all’esterno ma ottagonali all’interno. Al piano superiore si accede tramite scale elicoidali, mentre  particolari impianti idrici sono stati ricavati dallo spessore dei muri.

I Castello Ursino è oggi spogliato delle antiche stratificazioni, superfetazioni e incrostazioni dei secoli successivi alla sua edificazione grazie al restauro effettuato tra il 1932 e il 1934. Sono stati comunque conservati elementi di particolare pregio architettonico, ovvero l’arcata che immetteva nella cappella di S. Giorgio (1391) ed il portale cinquecentesco.

Sul prospetto, all’interno di un’edicola, è l’aquila sveva che artiglia una lepre. Sul fronte a S si apre una finestra con pentalfa in intarsio di pomice e calcare.  All’interno, nelle sale secondarie, capitelli ornati di motivi floreali dal cespo di foglie nervate derivate. I peducci hanno forma tronco-piramidale rovesciata. Alcune chiavi di volta hanno decorazioni con rosoncini a foglie.  I gabinetti sono un esempio arredativo quasi unico per l’epoca. Sono forniti anche di un piccolo spazio per riporre il vaso da notte.
 

 
 
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