Maria lo sposo - 20 Agosto 2007 |
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Notizie storico-critiche. Uno dei monumenti più interessanti dei Messina, la chiesa dei Catalani elabora uno schema estetico dove convergono stili diversi, fusi tra loro in un pregevole intreccio architettonico. Oscura è l’origine esatta di questa chiesa normanno-sveva e una datazione è possibile soltanto attraverso l’osservazione diretta. I motivi stilistici, le soluzioni architettoniche spingono il Bellafiore a collocare l’edificazione dell’opera nel periodo tra la fine del XII secolo e l’inizio del XIII. Le prime notizie sul monumento si fermano al 1271, quando esso ospitò la comunità dei Domenicani. La sua prima denominazione era “Santa Maria di Castellammare”, per la vicinanza all’antica fortezza di Castellammare, divenuta poi “dei Catalani” durante il periodo aragonese (XIV-XV secolo) nel momento in cui venne ceduta alla confraternita dei Catalani. La chiesa divenne cappella reale e fu sottoposta alla giurisdizione regia durante il periodo aragonese, quando, sembra, vennero dimezzate le navate e fu costruita una nuova facciata; nello stesso periodo la chiesa fu annessa all’Ospizio dei Trovatelli. Dopo alcune fasi alterne, tra decadenza e prestigio, nel 1621 si effettuano i primi restauri, accompagnati però da un contesto urbano che soffocava lentamente la chiesa. Il terremoto del 1908 provoca il crollo della volta della navata centrale, della navata sinistra, del colonnato sinistro e della porta della facciata adiacente. |
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