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Notizie storico-critiche. L’indizio più remoto del castello risale al novembre del 1239, in una lettera di Federico II indirizzata a Raccordo da Lentini. Subì alcuni danni dopo il terremoto del 1693 ed in seguito allo scoppio di esplosivi il 5 novembre del 1704. Questi causarono il crollo delle volte e del torrione N-O e lo squarcio dei muraglioni. La solidità e la compostezza conferitagli dalla pianta quadrangolare e le quattro torri cilindriche poste agli angoli sono caratteristiche appartenenti alla consolidata tradizione locale. Tuttavia, di netta estrazione stilistica cistercense sono le volte a crociera costolonate, la simmetria degli spazi interni, la pulizia scultorea dei conci perfettamente squadrati, la raffinatezza degli elementi decorativi. Descrizione dell’impianto. Il castello, primo fra tutti ad essere costruito, prese il nome dal capitano bizantino Giorgio Maniace, e la struttura rimane fondamentalmente simile all’originale. L’importanza architettonica degli interni lascia intendere la funzionalità e l’uso residenziali dell’edificio. Non mancano tratti ornamentali e soluzioni arredative la cui unica spiegazione è da ricercare nei gusti estrosi dell’imperatore. La pianta è quadrangolare (41x41m) con una superficie di 2601 mq. Ai quattro angoli si ergono altrettante torri. Di queste la più integra è quella sistemata nell’angolo O, di cui è ancora agibile la scala. Poco resta dell’antica struttura di campate coperte da volte a crociera. Nella parte S-E, nei magazzini, si osservano ancora alcune delle originarie volte costolonate, sostenute da belle colonne e da capitelli decorati. L’interno a scacchiera dell’unica grande sala è formato da 25 campate con arcate ogivali coperte da volte a crociera costolonata. La presenza di pilastri circolari e semicircolari conferiscono ulteriore slancio al sistema architettonico. Un terrazzo costituiva la coperta del castello. Vi si accedeva tramite scale a chiocciola scavate all’interno delle torri, precedute piccoli ambienti rettangolari coperti da volte a crociera. Nessun indizio di piani superiori. All’esterno la trifora gotica della facciata S-O, interrompe il disegno regolare delle finestre più piccole poste su di un piano superiore.
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