E
del tutto evidente che lelemento determinante
per il definitivo ancoraggio del genio al luogo sia rappresentato dalla posizione di umbilicus
occupata da Messina rispetto al mar Mediterraneo, ossia in pratica allintero bacino
che vide nascere la civiltà occidentale, in un sito alla confluenza di correnti
migratorie dalle provenienze più disparate e quindi teatro di avvicendamento di popoli e
di culture, ma anche di miti e di leggende, di figure sacrali e numinose di vario genere.
Se si volesse pertanto ripercorrere la storia di questa straordinaria città che ad onta
della sua specialissima posizione di assoluta centralità rispetto al Mediterraneo ha come
investito nellultimo cinquantennio tutte le sue energie nel rendersi
progressivamente vieppiù brutta e volgare, e rassegnata quasi alla propria opacità, se
si ripercorresse tale storia attingendo alle svariate mitologie sulle quali gli antichi
esercitarono il proprio pensiero selvaggio, si scoprirebbe con una certa sorpresa
che il genius loci si è qui prodigiosamente moltiplicato in un vero e proprio pantheon
di figure numinose, tutte impegnate a vario titolo a fornire alla città coordinate
mitologiche, geografiche, socio-religiose, esistenziali.
Così il
falcetto con cui Crono, il più giovane dei sette titani figli di Urano, castrò il padre
sarebbe poi stato da lui scagliato in questo Bosforo dItalia dando luogo
allampia zona falcata che contrassegna il porto di Messina. Così le peregrinazioni
di Orione, forse già accecato dal padre della donna da lui violata, lo avrebbero condotto
nellarea dello stretto, dove avrebbe atteso ad assicurare la configurazione
definitiva della zona di Capo Peloro.
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