Una rivisitazione delle vicende che hanno segnato
lesistenza di questi importanti emblemi cittadini può costituire una preziosa
occasione di esercizio della memoria storica, riscattando le machine festive
messinesi dalla patente di lievità e di insignificanza ingiustamente loro attribuita dai
cultori della histoire événementielle, se è vero, come sosteneva Ernesto de
Martino, che "non tutte le cose che abbiamo reso lievi meritavano di diventarlo, ed
in ogni caso il lieve ed il grave non appartengono alle cose in sé, ma sono
sempre di nuovo ridistribuibili nella trama della realtà in funzione di certi problemi
presenti che stimolano a scegliere il passato importante".
Si
ritiene pertanto che sia oggi giunta a maturazione la consapevolezza della grande valenza
socio-culturale di quello che potrebbe esser definito un Museo del Genius Loci, ove
si possano raccogliere e conservare tutti i documenti, di varia natura, relativi alle
origini, alla storia, alla cultura dellarea dello stretto visto come straordinario
coagulo di elementi che provengono dalle scienze naturali e naturalistiche, dalle
discipline antiquariali e archeologiche, dallurbanistica, dalla storia
dellarte, dallantropologia, dalla varia e articolata attività fabulatoria
esercitatasi negli ultimi duemilacinquecento anni intorno a tale sito. E indubbio
che tale proposta conoscitiva, ma anche, per così dire, di educazione
allidentità, rivolta ai cittadini messinesi di qualunque livello culturale e di
qualunque fascia generazionale, avrebbe senzaltro, per lo meno, il merito di fornire
a quanti non si siano ancora rassegnati alla opacità che oggi contraddistingue la città
un quadro di riferimento alto, non banale, utile in definitiva a stimolare la pratica
della memoria e il gusto dellutopia. E altrettanto indubbio che il primo
nucleo di tale articolato progetto museale debba essere il più volte menzionato e
vagheggiato ma mai fino ad oggi concretamente avviato Museo Comunale delle Machine
festive. |