3/11 | |||||||||||||||
|
|||||||||||||||
|
|||||||||||||||
|
|||||||||||||||
La Sicilia, posta
al centro del Mediterraneo, interessava a molti. Tra
il 415 e il 413 a.c., Atene cercò di riconquistarne il dominio e mosse
guerra alle città doriche dell’isola. La storica spedizione non ebbe
fortuna: nelle acque di Siracusa la flotta ateniese fu rovinosamente
sconfitta. Nonostante che le città siciliote si fossero unite contro la
spedizione di Atene, Agrigento si dichiarò neutrale. Questa posizione
equidistante, però, non poteva essere mantenuta allorquando a tentarne la
conquista fu Cartagine. I Cartaginesi, infatti, con una fulminea avanzata
conquistarono Selinunte e Imera. Capitanato da Annibale e Imilcone,
l’esercito invasore raggiunse velocemente Agrigento, che stavolta, rifiutò
d’arrendersi o mantenersi neutrale. La città fu messa sotto assedio. I
cartaginesi erano provvisti di macchine da guerra e torri mobili, tanto che
per procurarsi pietre da lanciare, profanarono il cimitero sacro a sud della
città, utilizzando, addirittura, le pietre della tomba di Terone. Durante
l’assedio scoppiò una terribile pestilenza che uccise lo stesso Annibale.
Nel frattempo era
stato organizzato un esercito siceliota:
Siracusani, Camarinesi e Geloi, guidati
da Dafneo, accorse in aiuto degli Agrigentini. Sulle rive del fiume Imera,
i due eserciti si affrontarono. I siciliani prevalsero, ma non
approfittarono della momentanea superiorità. I cartaginesi ebbero, così, il
tempo di riorganizzarsi e rimisero sotto assedio Agrigento. A questo si
aggiunse
la distruzione della
flotta siracusana che portava viveri e rifornimenti all'esercito e agli
assediati. Non rimase che evacuare l’esercito e gli abitanti della città,
dirigendosi verso Gela e
successivamente a Leontini.
Rimasero ad Agrigento vecchi e malati e poche persone che rifiutarono
d’abbandonarla. I cartaginesi entrarono in città il mattino seguente. Saccheggiarono
le case e i santuari, uccidendo coloro che vi si erano rifugiati. Pochi mesi
dopo, riprendendo l'offensiva contro l’esercito siciliano, lmilcone fece
radere al suolo la città. Era l'anno 406 a.C. La spedizione nemica non ebbe,
tuttavia, il successo sperato: furono poi sconfitti e ricacciati da Dionigi
di Siracusa.
Agrigento rimase in rovina e disabitata
per parecchi decenni, Solo nel 338 a.C, Agrigento e Gela furono ricostruite
per volontà del corinzio Timoleonte, nuovo signore di Siracusa. Avendo
questo sconfitto i Cartaginesi presso il fiume Crimiso, assicurò un buon
periodo di pace e prosperità. I nuovi colonizzatori di Agrigento erano
governati da Megello e Feristo, che provenivano da Elea. Nel 317 a.C.,
divenne tiranno di Siracusa Agatocle, che decise di porre fine alla presenza
sull’isola dei cartaginesi, riprendendo le ostilità contro questi.
Agrigento, nella sfera d’influenza cartaginese, non rientrò attivamente nel
conflitto. |
|||||||||||||||
|