I piccoli miracoli della operosità hanno trasformato nel tempo il
minuto centro di Santo Stefano di Camastra, appena cinquemila
abitanti, in un riferimento, nell’arte ceramica, noto in tutto il
mondo. Caratterizzata da colori accesi, mediterranei, in raffinate
composizioni solari, la ceramica stefanese (la cui tradizione si fa
risalire al Quattrocento) caratterizza in ogni luogo la cittadina.
Ovunque negozi e laboratori, ma anche la
scuola d'arte per la ceramica e, anche qui, un piccolo Museo della
Ceramica, posto all’interno di
Palazzo Trabia (fine secolo XVII).
Il palazzo storico fu voluto
dal Duca Giuseppe Lanza Barresi, ed è decorato al suo interno
anch’esso da preziose maioliche, realizzate sul posto.
Posta ai confini delle province di Palermo e Messina, la
cittadina fa parte del Parco dei Nebrodi. In essa si trovano delle
rare perle, come nel Duomo, del 1685, dove si possono ammirare
statue e dipinti del '600 e del '700, o nella Chiesa di Maria SS.
della Catena, dove trova posto l’elegante tomba del Duca di Camastra
e una statua del '500 della Madonna della Catena.
Si presume
che il centro sia sorto intorno al XI secolo. Dipendendo dal
Monastero di S. Stefano ne prese il nome. Ha, agli inizi, lo stato
giuridico di casale e, quindi, di feudo ecclesiastico. Passa, varie
volte, di proprietà: da quella dell'Abbazia della SS. Trinità di
Mileto (fino al 1454) a quella dell'Abbazia di S. Anastasia di
Castelbuono (dal 1454 al 1683). Agli inizi del XVII secolo la
politica della riappropriazione dei beni ecclesiastici porta alla
nomina di principe di S. Stefano di Mistretta di Antonio Napoli, che
diviene amministratore dei beni del priorato di S. Anastasia. In
questo periodo la cittadina assume il nome di Santo Stefano di
Mistretta essendo collegata al più grande centro di Mistretta.
Nel 1682 avviene la svolta: una enorme frana distrugge l’abitato. Il
paese non esiste più. E’ per volontà del Duca di Camastra, suo
signore, che ci si mette all’opera per ricostruirlo. Il principe
Giuseppe Lanza, duca di Camastra, e la principessa donna Maria Gomez
de Silvera chiedono ed ottengono dal re la licentia aedificandi (il
30 marzo del 1683). La ricostruzione viene effettuata su di un
progetto urbanistico che la vuole un quadrato con inserito un rombo.
Realizzato l’abitato, Giuseppe Lanza diviene principe della Terra e
dello Stato di S. Stefano di Mistretta. L’attuale nome, S. Stefano
di Camastra, viene assunto dal paese, in onore al duca, solo nel
1812, con la promulgazione della Costituzione in Sicilia.
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