Il fischietto è tra i più antichi prodotti ceramici musicali. Era
già in uso nell’età primitiva, ma non per far giocare i bambini, ma
come, principalmente, per la comunicazione rapida. Se è vero che
veniva utilizzato come richiamo per gli uccelli, e quindi per la
caccia, la possibilità modulata di segnali sonori, permetteva
all’uomo primitivo di mettersi spesso in salvo grazie ad esso.
La segnalazione dell’arrivo di amici o nemici e di pericoli (animali
feroci, incendi e di tempeste), rappresentava ai primordi la
possibilità della comunicazione a distanza (una specie del nostro
telefonino). Era anche usato come strumento musicale per
accompagnare le manifestazioni di gioia o di dolore nelle cerimonie
rituali. Forse il più antico strumento musicale, a fiato, può
ritenersi lo
zufolo.
Inventato, probabilmente,
di canna o di legno, fu replicato in argilla molto presto, data la
facilità di costruzione. Studiosi attribuiscono al fischietto, come
allo zufolo o al tamburo, un'origine magico-rituale, come dimostrano
le antiche tribù africane ancora oggi. Nel Museo di Caltagirone
è conservato un altro strumento “musicale” d’origine antichissima.
Inizialmente la funzione dell’oggetto era del tutto sconosciuta, nel
suo restauro vi fu la scoperta del suo uso. Si compone di due
vasetti d'argilla attaccati nelle pance e comunicanti tra loro
tramite fori e di un beccuccio esterno per immettervi aria. Se
riempiti d’acqua, soffiando si produce un gorgoglio molto sonoro, un
po’ come quello generato da "u riscignolu", cioè il
fischietto ad acqua. Anch’esso, con molta probabilità, era
utilizzato come richiamo per gli uccelli nei boschi che attorniano
la città.
|