Il
Museo Etnografico Siciliano
di Palermo fu fondato, nel 1909, da Giuseppe Pitrè, ricercatore
etnologo. Lo studioso vi custodì il grande materiale raccolto tutta
una vita sul folclore siciliano, che ne è la base tutt’oggi. Per
tale motivo il museo venne a lui. dedicato. Al momento della
fondazione da parte del Pitrè, il museo consisteva in quattro sale
della vecchia costruzione del Collegio dell’Assunta di via
Maqueda. Lo spazio a disposizione era assai limitato, mentre il
patrimonio a disposizione era molto più ingente. Fu impossibile
aprire il museo al pubblico. Questo perdurò anche dopo la morte del
Pitrè, finché, nel 1935, non vi mise le mani Giuseppe Cocchiara,
che, resosi conto della situazione, trasferì il
museo nel Parco della
Favorita, in una delle dipendenze della Casina Cinese. Avendo
maggiore spazio a disposizione, il Cocchiara suddivise le collezioni
in diverse sezioni, così come era nelle intenzioni dello stesso
Pitrò.
Attualmente il
museo si divide su due sedi separate: quella nel
Parco della Favorita
(Viale Duca degli Abruzzi) e quella nel Palazzo Tarallo, nel
quartiere dell'Albergheria (Via Delle Pergole). La seconda sede
nello storico Palazzo Tarallo di Ferla - Cottone d’Altamira è
una recente acquisizione del museo, aperta solo nel 2007.
Al suo interno sono collocate delle collezzioni “aggiuntive”
su alcuni aspetti etnologici della Sicilia. Ad esempio: il teatrino
dell’Opera dei Pupi
oppure portantine e mobili del XVIII secolo. E’
ospitata anche una parte della biblioteca, contenente la storia, le
tradizioni popolari e tutta l’architettura siciliana.
La sede principale
del museo etnografico, nel Parco della Favorita, è inserita in un
bellissimo giardino aperto alle visite gratuitamente. In questa
sede sono aperte al pubblico oltre trenta sale al piano terra,
attrezzata con biglietteria e spazio informazioni. La costruzione al
primo piano ospita gli uffici amministrativi e i magazzini delle
opere non esposte della collezione. Il complesso delle sale
ospita ben 20 sezioni, più una sale con la ricostruzione di una
cucina borbonica. Il museo è ricco di circa 4.000 oggetti,
di cui 1.500 appartenenti alla collezione del Pitrè, più molti altri
provenienti dall'ex Museo Nazionale di Palermo e da varie raccolte
private. L’oggettistica del museo offre la visione del percorso
storico della ceramica, con le sue fasi e le sue influenze
culturali. Numerose le ceramiche decorate, come quelle
di Caltagirone e di
Santo Stefano di Camastra. Da annotare la strana influenza
Sicana su delle brocche, ma anche le lucerne a figura umana o le
acquasantiere “del popolo”, presenti nelle stesse case contadine, a
sottolinearne la religiosità.
La biblioteca
Tra le varie sezioni del Museo, vi è la biblioteca, aperta
giornalmente al pubblico. Tra i volumi conservati (oltre
30.000), spicca il carteggio personale del Pitrè (7.000 lettere),
che tenne una fitta corrispondenza con studiosi italiani ed europei.
Diversi sono, inoltre, i manoscritti allegati di Giuseppe Pitrè. E’
una documentazione di grande valore storico. Oltre a ciò,
vengono conservati
numerosi libretti popolari, stampe, incisioni ed immaginette sacre.
Nella Biblioteca si possono trovare un gran numero di
fotografie, scattate a partire dall’Ottocento. Così, si possono
ammirare foto della vecchia Palermo o le classiche istantanee di
briganti famosi, tipiche della storia dell’isola. Tra il
materiale raccolto, va sottolineato quello di studi recenti, come le
tesi di laurea, che oggi contano ben1500 studi universitari.
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