Al centro della Sicilia, nel comune di Aidone,
della provincia di Enna, esiste il sito archeologico dell’antica
Morgantina. I primi scavi, che riportarono alla luce parte della
città d’origine sicula e greca, furono eseguiti nel 1955 da una
spedizione archeologica
dell'Università di Princeton
(Stati Uniti). I ritrovamenti risalgono ad un periodo che va dalla
metà del V alla fine del I secolo a.C.
Morgantina è famosa
soprattutto per il contenzioso nato tra lo Stato italiano e il Getty
Museum di Malibu, sorto per la restituzione di importantissimi
ritrovamenti, quali la Venere di Morgantina e il Tesoro di
Morgantina. Con l’accordo raggiunto le opere sono ritornate in
Italia (il 17 marzo 2011) e ora si
trovano esposte nel museo
archeologico di Aidone
Verso la metà del VI secolo a.C. alle
popolazioni autoctone e sicule vi si aggiunsero, ulteriormente,
coloni greci, d’origine calcidese, che avevano risalito la
valle dei fiumi Simeto e Gornalunga. La comunità, così composta,
diede vita alla città, di forte influenza greca, ma con riferimenti
alle culture passate. Crescendo, Morgantina fu oggetto di invasioni,
prima da parte di Gela, poi di Siracusa, che la
conquistò nel 450 a.C., per poi rivenderla a Camarina nel 424 a.C. I
secoli successivi vedono Morgantina destreggiarsi in un gioco di
alleanze, tra siracusani, cartaginesi e, successivamente, romani.
Con la conquista definitiva del potere da parte dei romani,
Morgantina non fu distrutta (ne vennero abbattute solo le mura), ma
continuò a commerciare, soprattutto grano e ceramiche. Tuttavia, i
rapporti con Roma rimasero difficili. Morgantina partecipò, tra gli
insorti, alla prima (135 a.C.) e alla seconda guerra servile,
(105-101 a.C.), per poi, in seguito, allearsi con Sesto Pompeo
contro Ottaviano (il futuro imperatore
Augusto). La città finì per essere
lentamente abbandonata (verso il
30 a.C., dicono i reperti
archeologici). Strabone la inserisce tra le città scomparse.
Il Teatro
Limitrofo alla piazza
inferiore di Morgantina è il suo teatro greco. Alcuni studiosi
ritengono che la prima forma di esso fosse
trapezoidale (agli
inizi del IV secolo a.C.),
come il vicino ekklesiasterion,
per poi essere
ristrutturato con la
classica forma a ferro di cavallo (alla fine dello stesso secolo).
Un’iscrizione su uno dei gradini della cavea, fa supporre che il
teatro fosse dedicato
a Dioniso.
Poggiante sulla collina, la cavea era formata da
circa quindici gradini, ripartita in diversi settori e fornita di un
robusto muro di contenimento. L’orchestra, dove agivano i coreuti,
presenta due corridoi laterali (pàrodoi), che ne permettevano
l’ingresso e l’uscita. La scena era fissa di tipo architettonico, ma
negli spettacoli vi si aggiungevano strutture lignee mobili, che la
completavano in funzione della tragedia rappresentata. Il teatro
di Morgantina possedeva un’acustica perfetta, tanto che lo si
riscontra tutt’oggi. In funzione del teatro era posto in alto un
edificio sacro: il
santuario di Demetra e Kore,
le due divinità elette a protezione di Morgantina.
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