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Il Teatro greco nella Sicilia classica

    IL TEATRO GRECO
Gli agoni dionisiaci
Il "canto del capro"
L'importanza della maschera
Eschilo, Sofocle ed Euripide
La commedia di Aristofane

Il teatro greco in Sicilia
Il teatro greco in Sicilia 2
    TEATRI SICILIANI
Il Teatro greco di Siracusa
Il Teatro greco-romano di Taormina
Il Teatro greco di Tindari
Il Teatro greco di Segesta
Il Teatro greco di Morgantina
Altri Teatri greci siciliani

Video sui Teatri greci in Sicilia
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IL TEATRO GRECO IN SICILIA

          Ogni anno nei principali teatri
    antichi siciliani, rivive il grande teatro
    greco, un usanza che unisce
    spettacolo, divertimento e cultura.
    In queste architetture affascinanti lo
    studio scolastico oltrepassa il tempo,
    ricongiungendosi, dopo secoli, all’arte
    drammatica di Euripide o di Sofocle.
    Sono esperienze che si devono fare
    almeno una volta nella vita…

   

    Il “canto del capro”

     
     

 
   

Rappresentazione classica al Teatro Greco di Siracusa

sailko - 26 giugno 2009
Foto da Wikimedia Commons

 





 Abbiamo visto come la parola Teatro derivi dal greco θέατρον (théatron), che significa spettacolo. In effetti l’etimologia del termine ha origini più complesse. Inizialmente stava ad indicare la gradinata da cui gli spettatori seguivano l’opera (da “theàomai”, vedo). Successivamente il termine fu ampliato a tutto l’edificio dedicato alle rappresentazioni. Lo sviluppo portò ad indicare le opere come “teatrali” (le opere letterarie o musicali), perché venivano rappresentate nel Teatro, e, infine, tutte le opere in generale che venivano seguite dagli spettatori (da “spectare”, guardare).
Anche il termine “dramma” deriva dalla tradizione del teatro greco (“drao”, opero, agisco). L’uso di questa parola deriva dalla struttura stessa del dramma ed il suo fine, che ponendo al centro il contenuto, il messaggio, veniva trasmesso agli spettatori attraverso la spettacolarizzazione di una messa in scena teatrale. Quasi sempre questo “messaggio” consisteva in un conflitto interiore, in cui gli attori venivano a trovarsi in situazioni complicate e distorte, dove i personaggi finivano per prendere decisioni dolorose e difficili.

Come abbiamo visto, ai primordi del teatro greco vi sono i riti in onore di Dioniso, dio del vino, che in un’epoca di civiltà agricole, come quella greca, assumevano grande importanza. In queste feste veniva intonato il “ditirambo”, cioè l'inno in onore del dio. Dioniso veniva rappresentato come un capro, per questo il ditirambo era chiamato con il nome di tragodìa (tragedia) ossia “canto del capro”. Questo inno, dapprima improvvisato, successivamente acquisì regole precise e scritte.
All’inizio il ditirambo veniva recitato intorno all’ara di Dioniso. I coreuti si disponevano in semicerchio intorno all’ara dei sacrifici animali (probabilmente la forma architettonica circolare del teatro greco ha origine proprio da questi riti). Alle domande del Coro replicava l'hypocritès, cioè  l'attore; che andava e veniva dall’area, nascondendosi e cambiando d’abito all’interno di una tenda, chiamata skenè, ovvero la scena.

Il Ditirambo e il Gimbico, furono le forme primitive dell’Arte Drammatica. Dal primo deriva la Commedia, dal Gimbico, nella sua struttura polemica e satirica, prefigurava il dramma. La prima tragedia sarebbe stata scritta nel 534 a.C. da Tepsi, venuto dall'Icaria ad Atene con un carro, in cui teneva tutte le attrezzature per un opera teatrale. Il suo successo fu notevole, tanto che partecipò quell’anno alle feste Dionisiache, che si aprivano con gli agoni drammatici.

 
 

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