Abbiamo visto come la
parola Teatro derivi dal
greco θέατρον (théatron), che significa spettacolo. In
effetti l’etimologia del termine ha origini più complesse.
Inizialmente stava ad indicare la gradinata da cui gli spettatori
seguivano l’opera (da “theàomai”, vedo). Successivamente il termine
fu ampliato a tutto l’edificio dedicato alle rappresentazioni. Lo
sviluppo portò ad indicare le opere come “teatrali” (le opere
letterarie o musicali), perché venivano rappresentate nel Teatro, e,
infine, tutte le opere in generale che venivano seguite dagli
spettatori (da “spectare”, guardare). Anche il termine “dramma”
deriva dalla tradizione del teatro greco (“drao”, opero, agisco).
L’uso di questa parola deriva dalla struttura stessa del dramma ed
il suo fine, che ponendo al centro il contenuto, il messaggio,
veniva trasmesso agli spettatori attraverso la spettacolarizzazione
di una messa in scena teatrale. Quasi sempre questo “messaggio”
consisteva in un conflitto interiore, in cui gli attori venivano a
trovarsi in situazioni complicate e distorte, dove i personaggi
finivano per prendere decisioni dolorose e difficili.
Come
abbiamo visto, ai primordi del teatro greco vi sono i riti in onore
di Dioniso, dio del vino, che in un’epoca di civiltà agricole, come
quella greca, assumevano grande importanza. In queste feste veniva
intonato il “ditirambo”, cioè l'inno in onore del dio. Dioniso
veniva rappresentato come un capro, per questo il ditirambo era
chiamato con il nome di tragodìa (tragedia) ossia “canto del capro”.
Questo inno, dapprima improvvisato, successivamente acquisì regole
precise e scritte. All’inizio il ditirambo veniva recitato
intorno all’ara di Dioniso. I coreuti si disponevano in semicerchio
intorno all’ara dei sacrifici animali (probabilmente la forma
architettonica circolare del teatro greco ha origine proprio da
questi riti). Alle domande del Coro replicava l'hypocritès, cioè
l'attore; che andava e veniva dall’area, nascondendosi e
cambiando d’abito all’interno di una tenda, chiamata skenè, ovvero
la scena.
Il Ditirambo e il Gimbico, furono le forme
primitive dell’Arte Drammatica. Dal primo deriva la Commedia, dal
Gimbico, nella sua struttura polemica e satirica, prefigurava il
dramma. La prima tragedia sarebbe stata scritta nel 534 a.C. da
Tepsi, venuto dall'Icaria ad Atene con un carro, in cui teneva tutte
le attrezzature per un opera teatrale. Il suo successo fu notevole,
tanto che partecipò quell’anno alle feste Dionisiache, che si
aprivano con gli agoni drammatici.
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