IL
TEATRO GRECO IN SICILIA
Ogni anno nei
principali teatri antichi siciliani,
rivive il grande teatro greco, un
usanza che unisce spettacolo,
divertimento e cultura. In queste
architetture affascinanti lo studio
scolastico oltrepassa il tempo,
ricongiungendosi, dopo secoli, all’arte
drammatica di Euripide o di Sofocle.
Sono esperienze che si devono fare
almeno una volta nella vita…
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L’importanza della maschera
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I costumi che gli
attori indossavano non erano casuali. Dovendo rappresentare gli
eroi, la loro fisionomia doveva essere ingigantita dal costume
stesso. Ecco perché si portavano in scena i coturni, calzari con una
suola spropositatamente alta, imbottiture e maschere. I costumi
teatrali non rappresentavano quelli comuni, né contemporanei, né
storici, questo perché il costume teatrale era concepito quasi come
una divisa legata al teatro stesso. Generalmente il vestito di scena
era il chitone, una specie di tunica che scendeva fino ai piedi, dai
colori sfarzosi, ma anche, semplicemente, rossa o nera e con maniche
lunghe, chiusa con una cintura all’altezza del petto. Il tutto per
potenziare l’effetto scenico.
Le maschere avevano
un’importanza fondamentale, perché toglievano all’attore la sua
individualità a favore dell’effetto simbolico. Con grosse
capigliature e smorfie di tipo diverso: piangenti nei drammi,
ridenti nella Commedia. Ogni maschera, con le sue diverse
caratteristiche, rappresentava un personaggio: dalla maschera gli
spettatori potevano identificarli riconoscendoli. Le maschere,
inoltre, erano fornite di megafoni, che rafforzavano la voce
dell’attore, che comunque doveva essere tonante e di buona dizione.
Alcuni ritengono questo servisse per raggiungere tutti gli
spettatori seduti nella cavea (che poteva arrivare anche fino a
ottanta metri), altri invece, suppongono che, essendo i teatri greci
ottimi sotto il profilo acustico, fosse utilizzato per ingigantire
ed enfatizzare la voce, sempre in funzione simbolica. Anche il
trucco faceva la sua parte. Se l’attore personificava una donna
doveva portare il volto dipinto di bianco; per un giovanetto i
capelli dovevano essere biondi, per una persona anziana, bianchi,
per un uomo, rigorosamente neri.
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