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Il Teatro greco nella Sicilia classica

    IL TEATRO GRECO
Gli agoni dionisiaci
Il "canto del capro"
L'importanza della maschera
Eschilo, Sofocle ed Euripide
La commedia di Aristofane

Il teatro greco in Sicilia
Il teatro greco in Sicilia 2
    TEATRI SICILIANI
Il Teatro greco di Siracusa
Il Teatro greco-romano di Taormina
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Il Teatro greco di Segesta
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Video sui Teatri greci in Sicilia
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IL TEATRO GRECO IN SICILIA

          Ogni anno nei principali teatri
    antichi siciliani, rivive il grande teatro
    greco, un usanza che unisce
    spettacolo, divertimento e cultura.
    In queste architetture affascinanti lo
    studio scolastico oltrepassa il tempo,
    ricongiungendosi, dopo secoli, all’arte
    drammatica di Euripide o di Sofocle.
    Sono esperienze che si devono fare
    almeno una volta nella vita…

   

    Eschilo, Sofocle ed Euripide

     
     

 
   

Volto di Sofocle da statua greca (Verospi-Vitelleschi Collection)

Marie-Lan Nguyen (2006)
Foto da Wikimedia Commons

 





 E’ sostanzialmente Eschilo (Eleusi, 525 a.C. – Gela, 456 a.C.)  l’inventore della Tragedia greca. Non solo negli aspetti tecnici, come l’introduzione della maschera e dei coturni, ma anche di quelli contenutistici.
Nato ad Eleusi, a poca distanza da Atene, combattè nelle battaglie di Maratona e Salamina, mori' in Sicilia, presso Gela, esule a causa della presa del potere da parte di Pericle.
Il dramma di Eschilo si basa su motivi drammatici ripresi in seguito dai suoi successori:
l’ineluttabilità del potere del fato;
la misteriosa trasmissione del delitto per generazioni;
il conflitto interiore tra il richiamo della natura e le regole più alte;
Una legge di giustizia nella vita del protagonista, che lo costringe al suo compimento.

Tutto questo si ritrova nella tragedia l’Orestiade, una delle sue migliori. Tra le principali caratteristiche del teatro di Eschilo sono: l’uso di trilogie in cui si sviluppa un tema e l’uso di due attori, che verrà mutato da Sofocle, che li porterà a tre, per una maggiore complessità dei motivi drammatici.

In realtà le trilogie di Sofocle (Colono, demo di Atene, 496 a.C. – Atene, 406 a.C.) si diversificano da quelle di Eschilo per il fatto che le tre opere che le compongono possono essere considerate il semplice accostamento di tre tragedie a se stanti. E’ proprio questa “autonomia” di ogni singola tragedia che rappresenta una delle innovazioni di Sofocle. Ad essa si aggiunge la rivoluzionaria presenza di tre attori in scena, ma ancor più il motivo di questa scelta tecnica, cioè alla prorompente e complessa visione di Sofocle delle proprie opere drammatiche. I protagonisti, infatti, vengono schizzati come veri e propri uomini, con la loro personalità. Si assiste ad una “umanizzazione” dei protagonisti, non più tipologici come in Eschilo. “Uomini” e “donne” affollano adesso il dramma greco, sempre idealizzati, ma molto più vicini allo spettatore.
Tra le sue opere maggiori vi è, senz’altro, Edipo Re . Nel dramma, conosciutissimo, Edipo uccide, senza saperlo, il proprio padre, per poi sposare, sempre inconsapevolmente, la propria madre rimasta vedova.

Il terzo della famosa triade di drammaturghi greci è Euripide (Salamina, 23 settembre 480 a.C. – Pella, 406 a.C.). Ad esso si deve, sempre nello sviluppo della tragedia, l’introduzione del lieto fine. Nell’Alcesti, ad esempio, la giovane moglie di Admeto si immola per la salvezza del marito, condannato ad essere immolato dagli dei. L’arrivo dell’eroe Eracle che lotta con il dio degli inferi, Tanato, e vince, riporta in vita Alcesti, ora riunita al marito Admeto.

 
 

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