IL
TEATRO GRECO IN SICILIA
Ogni anno nei
principali teatri antichi siciliani,
rivive il grande teatro greco, un
usanza che unisce spettacolo,
divertimento e cultura. In queste
architetture affascinanti lo studio
scolastico oltrepassa il tempo,
ricongiungendosi, dopo secoli, all’arte
drammatica di Euripide o di Sofocle.
Sono esperienze che si devono fare
almeno una volta nella vita…
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La commedia di Aristofane
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Se il dramma greco ha
immortalato i miti di quella società, non bisogna pensare che la
nobile arte drammatica, non avesse un’altra faccia della medaglia.
Come avverrà nel medioevo, anche nell’antica Grecia esistevano gli
attori poveri girovaghi (ad esempio i Filiaci), che sollazzavano il
popolo nelle strade, su un palco di legno, con improvvisate opere
comiche e farsesche dal lieto fine. In questo teatro estemporaneo vi
erano presentati dei e uomini, eroi e gente normale, soprattutto
venivano rappresentati i problemi della plebe e le sue paure, con un
finale catartico in cui la complessità era sciolta in una bella
risata. Così nacquero vere e proprie maschere del teatro dell’Arte,
come quella del famelico, dell'ubriacone, dell’indolente, del
vecchio gravato dalle disgrazie, e dell’erotico alla ricerca
continua di donne.
Da questo retroterra nasce la commedia
“nobile” di Aristofane (450 a.C. circa – 388 a.C. circa). Minestrone
scoppiettante anch’essa di tempi,
luoghi e protagonisti, presentati contemporaneamente in un
turbine comico, la commedia di Aristofane si divide,
sostanzialmente, in due parti. La prima presenta i fatti e gli
antecedenti, la seconda, che segue la dichiarazione di intenti del
protagonista agli spettatori, porta alla conclusione, attraverso
lotte, conflitti e dispute, e alla dichiarazione finale vittoriosa.
Il coro interviene per raccomandare al pubblico di non avercela con
l’autore e l’opera si conclude a tavola nel festeggiamento comico
della buona sorte.
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