Comune isolano (5,4 Km2
con 420 abitanti), facente parte dell'arcipelago delle Pelagie. E'
distante 160 km sia dalla Sicilia che dalla Tunisia.
E' citata anticamente da Strabone e Plinio il Vecchio. Quet'ultimo
nel Naturalis Historia chiama le due isole delle Pelagie
Aethusa e Algusa. La
denominazione attuale si fa risalire, nel XVI secolo, al frate
dominicano Tommaso Fazello che parla di Lenusa.
La forma odierna si deve al cavaliere Bernardo Maria Sanvinsente
nell'Ottocento.
Linosa, di origine vulcanica, è dominata da tre vulcani
spenti (monte Rosso, monte Vulcano e Monte di Ponente). Secondo
studi geologici moderni l'origine di Linosa è relativamente recente.
Si formò nel Quaternario lungo la linea di frattura tra la Sicilia e
l'Africa. Le eruzioni dei suoi vulcani risalgono al Pleistocene,
epoca determinata dai fossili ritrovati nei tufi stratificati della
zona a ponente. L'ultima eruzione si fa risalire a circa 2500 anni
fa.
Il suo terreno si presenta poroso e vetroso, ricoperto da pomice e
pozzolana, elementi incoerenti dell'antica attività vulcanica. I
suoi vulcani sono infatti inattivi da almeno due secoli. L'aspetto è
verdeggiante, e non manca per questo una attività agricola di viti,
fichi e fichi d'india e lenticchie (molto piccole rispetto alle
consuete) sufficiente, tuttavia, al solo fabbisogno degli isolani.
Attraverso aliscafi e traghetti è collegata giornalmente a Lampedusa
e Porto Empedocle. Poiché durante il periodo invernale, a causa del
mare agitato o del vento forte, l'isola rischia l'isolamento totale
è presente un eliporto in caso di necessità.
Si sono sviluppati numerosissimi appartamenti o bungalow da
affittare e due villaggi turistici e un campeggio. Diversi sono gli
esercizi commerciali, attivi molti solo nel periodo turistico.
Attrezzature che garantiscono la sua vocazione turistica in forte
crescita, grazie ad un mare limpido e incontaminato, ideale per la
balneazione e per la pesca.
Storia
Fu abitata, scarsamente, già dall'epoca romana, quando la sua
posizione streategica nella guerra con Cartagine portò i romani ad
usarla come base militare. Sono state rinvenute 150 cisterne del
periodo per raccogliere l'acqua piovana. Ed è proprio la mancanza di
fonti d'acqua che ha segnato il destino dell'isola. Rimase per
secoli pressocchè disabitata e usata solo per brevi approdi dagli
arabi e dai saraceni. Fu sempre considerata, infatti, come isola di
appoggio per le navi commerciali e pescherecce.
Nel 1630 la famiglia dei Tomasi prese il titolo di Principe di
Lampedusa e Linosa da Carlo II di Spagna. Il principe cercò
vivamente di vendere l'isola agli inglesi per colonizzarla, ma alla
fine fu acquistata dai Borbone.
La storia ricorda che quando, nel 1845, il governatore Bernardo
Maria Sanvisente, incaricato da Ferdinando II di Borbone, Re delle
Due Sicilie, approdò nell'isola con una quarantina di persone, la
trovò del tutto disabitata. La piccola comunità che proveniva dalla
Sicilia stessa (da Agrigento, Ustica e Pantelleria), era già
“autosufficente” comprendendo un sindaco, un prete e un medico. I
nuovi coloni erano stati reclutati con Bando pubblico e ricevevano
una paga di tre Tarì al giorno, oltre che l'assegnazione di 80 salme
di terra linosana da coltivare (240 ettari circa di terra).
Del tutto dimenticati e abbandonati gli abitanti di Linosa hanno
cominciato a vivere quando a partire degli anni sessanta sono stati
costruiti servizi tecnologici. Tra i quali:
1963 - la prima centrale telefonica
1967 - una centrale elettrica
1968 - un nuovo edificio dell'Asilo Infantile e della Scuola
Elementare e Media
1976 - la RAI che installa un ripetitore
1980 - arriva il ripetitore anche della Fininvest.
1983 - la costruzione del dissalatore per l'acqua potabile
Sono stati avviati, inoltre, i lavori di costruzione di approdi
marittimi per l'attracco a Scalo Vecchio, Pozzolana di Ponente e
Mannarazza.
Nel 1985 finalmente la prima nave traghetto (la “Paolo Veronese”) ha
attraccato alla banchina di Scalo Vecchio. Con i viaggiatori dalla
Sicilia sono arrivati i turisti. Attualmente il turismo rappresenta
una importante voce per l'economia dell'isola.
Oggi le case del paese, di
architettura mediterranea spontanea, sono caratteristiche perché
dipinte a colori vivaci ( rosso, rosa, giallo, blu), con porte e
finestre incorniciate da fasce
realizzate in colori contrastanti rispetto al colore dei prospetti.
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