9/9
LE ISOLE SICILIANE
Le isole Pelagie   Le isole Egadi
Lampedusa   Favignana
Linosa   Marettimo
    Levanzo
Ustica   Le isole Eolie
Pantelleria   INDIETRO
   

    LE ISOLE SICILIANE 2

   Alla ricerca spirituale del "perdersi"
   in una natura rustica e incontaminata

    Pantelleria

 

Per saperne di più  

   
 
   

 
 
Pantelleria


 

Luca Conti - 20 Ottobre 2004
 

 
 
 

da Wikimedia Commons

 

L’isola è costituita in Comune (83 Km2 con 7600 abitanti, chiamati panteschi) dipendente amministrativamente dalla provincia di Trapani, con capoluogo il centro omonimo, posto sulla costa settentrionale. E' la più grande delle isole siciliane (83 km2) posta nel Mar Mediterraneo, a circa 100 km a Sud-Ovest di capo Granitola (Sicilia) e a circa 70 km da Capo Mustafà sulla costa nord-orientale della Tunisia. Lunga 13 km, ha una larghezza massima di 9 km. Ha morfologia accidentata e culmina, al centro, nella Montagna Grande (836 m).

La sua origine vulcanica è rivelata dalla natura delle rocce (trachiti, basalti), dai frequenti movimenti sismici e da fenomeni secondari (fumarole, sorgenti termali). L'ultima eruzione è avvenuta,nel 1891 nella parte sommersa. Quasi del tutto priva d’acqua potabile, ha tuttavia un suolo molto fertile. L'isola, infatti, si caratterizza nel paesaggio non solo per le rocce d'origine vulcanica, ma anche per i manufatti creati dalla mano umana. Sostanzialmente tre sono i tipi d'intervento: i muri a secco, con la funzione di spietrare il terreno e delimitare le proprietà; i Giardini panteschi, costruzioni cilindriche per la protezione dal vento delle aree coltivate ad agrumi; i Dammusi, con perimetro murario a pianta rettangolare o quadrata costruito in
pietra lavica e copertura a cupola così da convogliare l'acqua piovana nella cisterna.
Manufatti che si caratterizzano per lo stretto rapporto con la natura del luogo e con le condizioni bio-climatiche presenti, come, ad esempio il vento che spira quasi costantemente sull'isola.

La sua attività principale è l'agricoltura (uve pregiate, come lo Zibibbo, cereali, fichi e capperi. Quest'ultimi a Indicazione Geografica Protetta), con una buona produzione di vini a denominazione controllate, fra i quali il famoso Passito conosciuto in tutto il mondo, vino prelibato per il dessert, e il Moscato. Buonissima la ricotta locale, e il formaggio fresco chiamato tumma. Ricca la gastronomia per ricette tipiche del luogo.
Importante anche la zootecnia con allevamenti di pecore, muli e asini e per la pesca.

Ha collegamenti regolari con i porti di Trapani, Porto Empedocle e Mazara del Vallo. Possiede anche un aereoporto collegato con il continente. In progressivo aumento il flusso turistico, grazie ad una buona l’organizzazione alberghiera e ai collegamenti via mare e via aria con la Sicilia. L'isola è infatti ricca di attrazioni, come le acque termali e le manifestazioni vulcaniche (fumarole). Prediletta dai sub e dagli amanti della natura per l'ambiente ancora intatto, per le sue coste frastagliate e le sue cale. Molte le escursioni possibili all’interno dell'isola.

 

Storia
Pantelleria fu colonizzata dai Fenici e poi dai Greci, che la chiamarono
Cossira. Il nome attuale ha origini arabe, il cui significato sarebbe "Figlia dei Venti".
Già anticamente abitata (probabilmente intorno al 5.000 a.C.) da popolazioni di origine iberica o iberico-ligure, caratterizzata dall' attività d'estrazione ed esportazione dell'ossidiana.
Notevoli i resti archeologici del villaggio neolitico a Mursia, dell'Età del Bronzo (anno 2.000 circa) unici al mondo i ‘Sesi’, monumenti funebri di popolazioni immigrate dall’Africa. Pantelleria ha conosciuto le diverse culture dei Fenici, dei Romani, dei vandali, dei Bizantini, degli Arabi e dei Normanni di Ruggero I di Sicilia nel 1123 (cui si deve la costruzione del Castello chiamato Barbacane) e di quante dominazioni hanno interessato la Sicilia.
Nel 1311 Luigi di Requesens, comandante di una flotta aragonese vincitrice di una battaglia navale, ottenne il principato dell'isola. Nel 1511, tuttavia, Pantelleria fu messa a fuoco dai turchi.

Nonostante le continue eruzioni vulcaniche, fra le quali (a parte quelle del nostro secolo in quanto il vulcano è ancora oggi attivo) sono documentate quelle del 1831 e del 1891, i contadini di Pantelleria hanno continuato la coltivazione della famosa uva Zibibbo, dalla quale si produce l'uva passa, e dei capperi di qualità superiore.

 
 

HOME