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   Fossili e minerali nei musei siciliani

     
 
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Origine e diffusione del mammut
I piccoli elefanti siciliani

Il museo paleonyologico e geologico di Palermo
Gaetano Giorgio Gemmellaro

Il museo di mineralogia di Palermo
Il museo mnineralogico di Caltanissetta
Sebastiano Mottura

Video musei di mineralogia
in Sicilia
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
     
 
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     MUSEI DI MINERALOGIA

       Dall’elefante nano alle miniere di
    zolfo dell’Ottocento siciliano, i musei
    di mineralogia dell’isola raccontano,
    attraverso i minerali, la sua storia.
    I fossili del museo Gemmellaro di
    Palermo rivelano la preistoria. I
    minerali colorati della sezione sulle
    zolfare del museo Mottura di
    Caltanissetta, la storia più recente. La
    loro visita apre un ottica diversa,
    impensabile ma sorprendente di una
    realtà sconosciuta.

    

    Origine e diffusione del
   mammut

   
     
     

 
 

 
 

Scheletro di mammut

 

Luis Fernández García- 20 giugno 2005
Foto da Wikimedia Commons

 







Gli elefanti, così come li conosciamo, il tipo asiatico e quello africano (di taglia maggiore), derivano lontanamente da alcuni esempi di Mammut, oggi scomparsi. Questi animali proboscidati (e forniti di due zanne), vissero nel Pliocene (un era risalente a 4,8 milioni di anni fa circa) che si estinse  circa 3.500 anni fa, dando, però, origine a specie di misura inferiore arrivate, modificandosi, fimo ad oggi.
Se è vero che sono esistiti mammut nani, è anche vero che il mammut (maschio), in genere, arrivava a pesare anche 12 tonnellate, ed un’altezza di 5 metri al garrese. Il mammut, comunque, si allineava alle grandi dimensioni degli altri animali del periodo.

Il mammut ebbe origini africane (Africa settentrionale), per poi diffondersi nei restanti continenti (Europa, Asia e, attraverso l’antico ponte di Bering, in Nordamerica), dove se ne sono ritrovate tracce fossili. I fossili di questo capostipite (Mammuthus africanavus) sono venuti alla luce, in particolare, nel Ciad, Libia, Tunisia e Marocco. Resti, invece, della specie di Mammuthus subplanifrons sono stati ritrovati nel Kenya e Sudafrica. Ciononostante, gli elefanti odierni, non hanno origine dal mammut africano, ma da quello asiatico.(compresi gli attuali elefanti africani).
Il mammut che giunse in Europa ebbe una particolare mutazione, oggi classificata come Mammuthus meridionalis. Qui ebbe una grande diffusione. Quando però giunse l’era glaciale con l’abbassamento delle temperature, e la sostituzione le delle pianure e delle savane con steppe gelate, ebbe origine il cosiddetto mammut delle steppe, a cui seguì il mammut lanoso (Mammuthus primigenius). La specie, adatta a vivere in paesi freddi, era, infatti, dotati di abbondante pelliccia. Per tale motivo questo mammut resistette e si propagò molto bene durante tutta l’era glaciale. Erano presenti anche in Siberia.

Tuttavia, i mammut iniziarono ad estinguersi già alla fine del Pleistocene. Il motivo preciso non si conosce. Come capitato per i dinosauri, la sparizione dei mammut rappresenta tutt’oggi un grande interrogativo. Qualcuno avanza l’ipotesi che ad estinguerlo sia stato il più forte dei predatori: l’uomo. Si sa per certo che, 1,8 milioni di anni fa, l’Homo erectus si cibava abbondantemente di carne di mammut. A comprovare, in un certo qual modo, la teoria sarebbe il caso dell'isola di Wrangel, in Russia. L’isola, scoperta solo nel 1820, si mantenne isolata e praticamente disabitata a lungo. Qui gli scheletri di mammut ritrovati risalgono solo al 1500 a.C. , praticamente i più recenti fossili dei mammut. Le loro ossa rivelano un mammut lanoso di taglia minore, simile per dimensioni all’elefante asiatico. Un altro indizio dell’intervento dell’uomo nella scomparsa dei mammut, si registra in Sardegna e Corsica. La prova è data dalla coincidenza che unisce la sparirono dei mammut con l’apparizione dei primi uomini sulle isole, circa 500.000 anni fa.

 

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