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Fossili e minerali nei musei siciliani

Origine e diffusione del mammut
I piccoli elefanti siciliani

Il museo paleonyologico e geologico di Palermo
Gaetano Giorgio Gemmellaro
 Il museo di mineralogia di Palermo
Il museo mnineralogico di Caltanissetta
Sebastiano Mottura

Video musei di mineralogia in Sicilia
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M
USEI DI MINERALOGIA

      Dall’elefante nano alle miniere di
    zolfo dell’Ottocento siciliano, i musei
    di mineralogia dell’isola raccontano,
    attraverso i minerali, la sua storia.
    I fossili del museo Gemmellaro di
    Palermo rivelano la preistoria. I
    minerali colorati della sezione sulle
    zolfare del museo Mottura di
    Caltanissetta, la storia più recente. La
    loro visita apre un ottica diversa,
    impensabile ma sorprendente di una
    realtà sconosciuta.

   

    Il Nuseo paleontologico e
    geologico di Palermo

     
     

 

 
 

  La sala Enzo Burgio del museo Gemmellarro

 

Kalima- ottobre 2009
Foto da Wikimedia Commons

 







 La travagliata vita del museo paleontologico e geologico di Palermo iniziò nel 1866, quando venne fondato da Gaetano Giorgio Gemmellaro. Lo studioso di grande fama lo diresse fino al 1904, anno della sua morte. Fu egli, in particolare, il creatore della collezione che ne costituisce ancora oggi la base. Essendo un professore universitario della locale Università, le sue ricerche e la collezione stessa sostanziarono il dipartimento di geologia e geodesia già nell’Ottocento. Tuttavia, inizialmente il museo non ebbe una sede precisa. La trovò solo nel 1911, in via Maqueda, presso la casa dei Padri Teatini, dove era collocato il Gabinetto di Storia Naturale.
L’edificio in seguitò registrò dei seri danni, sia dovuti al terremoto del 1941, che, due anni dopo, a causa dei bombardamenti su Palermo, durante la seconda guerra mondiale. Nell’impossibilità di una seria ristrutturazione, nel 1965, il museo venne chiuso. Il prezioso materiale, che lo sostanziava, finì repertato, in numerosi scatoloni chiusi in un magazzino.
La situazione si sbloccò solo nel 1970, quando
l'Istituto di Geologia dell’università trovò una nuova sede in corso Tukory, dove ancora oggi è posto. Unitamente all’istituto anche la collezione museale venne trasferita. L’intero piano terra si trasformò nel museo attuale. Ciononostante, la struttura andava doverosamente allestita.

Il paleontologo Enzo Burgio nominato direttore del Museo nel 1975, si applicò alla rinascita del museo. Tre anni più tardi, nel 1978, l’esposizione fu riaperta al pubblico.
Tuttavia, un continuo miglioramento caratterizzò la vita del museo, sotto la direzione di Enzo Burgio, concludendosi nel 1985, quando nel palazzo trovò collocazione anche la sezione del nuovo Dipartimento di Geologia e Geodesia. Nel vecchio edificio di via Maqueda, oggi si trova la Facoltà di Giurisprudenza dell’università di Palermo.

Sale del museo
Nella sala, denominata oggi Enzo Burgio (il suo vecchio direttore), posta al piano terra, sono esposti fossili trovati in Sicilia, che coprono un periodo temporale che va dal Permiano al quaternario. Si inizia con reperti, ritrovati nella Valle del Sosio, di una antica scogliera corallina, poi si passa ad una serie di rare Ammoniti, per poi arrivare a fossili di denti di squalo gigante (dell’era cenozoica). Al quaternario, invece, appartengono i fossili ritrovati a Monte Pellegrino. Tra i reperti più eccezionali che appartengono al museo vi sono quelli dell'isola Ferdinandea. Quest’ultima emerge dal mare assai raramente. I fossili del museo sono stati rinvenuti, nel 1831, da Carlo Gemmellaro, il padre di Gaetano Giorgio.
I fossili umani vengono conservati in una sala apposita, detta “dell’uomo”.  Tra i più significativi quelli di una donna risalente al Paleolitico superiore, ribattezzata "Thea", Venne ritrovata nella Grotta di San Teodoro.
Una sala a parte del museo è quella
degli elefanti. Pochi sanno del ritrovamento in Sicilia di numerosi fossili di elefante nano. Il museo, infatti, ospita, tra gli altri, un reperto completo di Elephas mnaidriensis-

Nella Sala dei cristalli sono repertati minerali assai antichi. Tra questi: calcite, aragonite, celestina, salgemma, gesso, e zolfo. Per lo più sono datati al Messiniano,
l'ultimo dei piani (sono sei) in cui viene frazionato il Miocene,

 
 

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