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Pachino ed il pomodoro Ciliegino

Acque limpide dal colore verde e azzurro
Preistoria ed antichità classica
Camarina
Dagli arabi ai maltesi
La grotta di Calafarina
del mesolitico

Pachino tra viticoltura
ed ortofrutta

Il pomodoro IGP di Pachino
La satira di Vitaliano
Brancati
 
     
  Video su Pachino  
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     PACHINO

      Quattro varietà di pomodoro,
   tutelate dal marchio IGP,
   rappresentano in tutto il mondo la
   zona di Pachino, piccolo comune
   posto a sud-est della Sicilia, in
   provincia di Siracusa. La bontà del
   Ciliegino deriva dalla qualità del
   prodotto stesso, inimitabile perchè
   unico. E’ in cucina il vero segreto
   per un risultato eccezionale.

   

    Camarina

   
     
     

 

 

Resti del Tempio di Atena di Camarina

LeZibou - 2006

 
 





da Wikimedia Commons
 

   Camarina (o Kamarina) fu antichissima città fondata da Siracusani, guidati da Daskon e Menekleos,nel 528 a.C.. come centro avanzato della loro politica espansionistica, dopo gli avamposti di Akrai e di Casmene. La fondazione è testimoniata dall'emissione di una moneta con un elmo corinzio e una palma mediterranea.

Il porto della città fu ottenuto dal drenaggio di una zona paludosa, da qui il nome della ninfa Kama(rina) ed il simbolo della rinascita con il Cigno.

La città greca, citata da Pindaro, Tucidite, Polibio e Diodoro, ebbe una vita travagliata e nel giro di tre secoli circa fu distrutta più volte. Per la sua posizione geografica venne a trovarsi in quanto città dì frontiera coinvolta nelle lotte tra Siracusani e Gelesi.

Una prima volta fu dunque distrutta poiché si ribellò ai Siracusani, che la rasero al suolo. Fu riedificata da Ippocrate, tiranno di Gela, che l'ebbe in cambio di molti Siracusani prigionieri. Camarina tornò all'antico splendore. Ma tramando politicamente contro Siracusa, fu distrutta una seconda volta da Gelone, con conseguente deportazione dei suoi abitanti. Ne approfittarono i Gelesi, che occuparono il territorio allettati dall'opportunità di trovarlo spopolato. I Gelesi dunque le dettero nuova vita, ma alleatisi con i Cartaginesi nel corso della prima guerra punica contro i Romani, furono da questi battuti e la città soggiogata e da quel momento abitata da una piccola colonia romana. Fu saccheggiata dai Mamertini nell'anno 280 a.c. Dopo la distruzione operata dai Romani nel 258 a.C. la città non si riprese più e i luoghi circostanti furono occupati da paludi e da boscaglia. La città venne progressivamente abbandonata dai suoi abitanti, che si spostarono nel nuovo porto nella vicina Kaukana (Punta Secca) e all'interno della Sicilia. Nell'area del tempio trasformato in chiesa persistette tuttavia un piccolo villaggio.

Scrive Amico <Oggi di si celebre e potentissima città sita sopra una lieve altura, non altri si rimane che il nome, tuttavia per lo spazio di un miglio e mezzo di circuito trovansi ingenti ruine in massima parte sepolte>.

Gli scavi archeologici
Degli antichi centri che si estendevano su tre colli, di cui il più importante era quello di Cammarana, presso la foce dell'Ippari, restano ricche testimonianze archeologiche, come parti delle mura arcaiche e la grande torre. All'interno dell'area archeologica spiccano per interesse i resti di alcune abitazioni greche. Soprattutto tre, e cioè la 'casa dell'Altare', cosi chiamata per via dell'altare ritrovato al centro del cortile; la 'casa dell'Iscrizione' e la 'casa del Mercante', in cui sono stati trovati pesi e misure per il commercio.

Il Museo Regionale di Camarina è ubicato all'interno dell'area archeologica dell'antica città "classica" di Camarina. Trova ospitalità in una costruzione rurale di fine ottocento, tipica della zona Iblea. Il Museo insiste nel sito dell'acropoli dove sorgeva il tempio di Athena, i cui resti sono ancora visibili racchiusi in uno degli ambienti del museo stesso. Oltre il materiale frutto di ricerche archeologiche condotte dalla Soprintendenza di Siracusa sui luoghi della città e della necropoli, trovano spazio nella prima sala reperti di archeologia subacquea operata nei numerosi relitti riportati alla luce al largo della costa di Camarina: un bell'elmo corinzio in bronzo (VI-V sec. a.C.), un elmo attico-etrusco (IV sec. a.C.), un elegante portaprofumi in bronzo e smalto (II sec. d.C.), un "gruzzolo" di più di 1000 monete in bronzo (275 d.C.). Singolare anche la serie di pesi campione in piombo rinvenuti in mare nell'area sottostante l'agorà. L'ordinamento del museo è rigidamente cronologico, ad eccezione che per i materiali di provenienza appunto subacquea.
 
 

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