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Pachino ed il pomodoro Ciliegino

Acque limpide dal colore verde e azzurro
Preistoria ed antichità classica
Camarina
Dagli arabi ai maltesi
La grotta di Calafarina
del mesolitico

Pachino tra viticoltura
ed ortofrutta

Il pomodoro IGP di Pachino
La satira di Vitaliano
Brancati
 
     
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     PACHINO

      Quattro varietà di pomodoro,
   tutelate dal marchio IGP,
   rappresentano in tutto il mondo la
   zona di Pachino, piccolo comune
   posto a sud-est della Sicilia, in
   provincia di Siracusa. La bontà del
   Ciliegino deriva dalla qualità del
   prodotto stesso, inimitabile perchè
   unico. E’ in cucina il vero segreto
   per un risultato eccezionale.

   

    La satira di Vitaliano Brancati

   
     
     

 

 

Ritratto fotografico di Vitaliano Brancati 

Fgarganese - 23 aprile 2006

 
 





da Wikimedia Commons
 

   A Pachino, sull’estremità a sud della Sicilia, nel 1907 (il 24 luglio), nacque Vitaliano Brancati, scrittore e sceneggiatore, che si impose all’attenzione del pubblico dei lettori nel periodo che precedette l’ultima guerra.
Quasi un destino segnato, Brancati nacque in una famiglia avvezza alla letteratura: il nonno ed il padre erano stati autori di
novelle e di poesie. Studiò dapprima a Modica, per trasferirsi con la famiglia a Catania, e completare gli studi superiori. Qui frequentò la locale università, iscrivendosi e laureandosi nella facoltà di Lettere, nel 1929. La sua tesi fu incentrata sull’opera del siciliano Federico De Roberto. Dopo la laurea insegnò per vari anni nel Magistrale di Caltanissetta, dove conobbe Leonardo Sciascia.

Con il successivo trasferimento a Roma Brancati continua la sua maturazione letteraria. Non solo per la sua nuova attività di giornalista (scrive prima per Il Tevere e poi per il settimanale letterario Quadrivio dal 1933), ma soprattutto per la conoscenza di intellettuali crociani e democratici. Dopo una serie di pubblicazioni di carattere fascista, lentamente la sua coscienza politica entra in crisi. Nel 1934, ha modo di conoscere Alvaro e Moravia ed altri scrittori che lo inducono a rivedere le sue posizioni. Presa coscienza, Brancati ripudia le sue opere giovanili e torna a Catania. Mentre svolge l’attività di professore, scrive per il settimanale Omnibus di Leo Longanesi, fino al 1939, quando viene chiuso dal regime fascista.

Nel 1941 inizia il periodo più fecondo dello scrittore, con la pubblicazione de Gli anni perduti, ispirato ai libri di Gogol e Cechov. Nello stesso anno dà alle stampe Don Giovanni in Sicilia, testo ironico e spregiudicato. A questo segue, nel 1949, l’opera Il bell'Antonio, e scrive, ma rimarrà incompiuto e pubblicato postumo, Paolo il caldo.
Nel teatro dell'Università, Brancati conosce l’attrice Anna Proclemer, nel 1942. Dopo una lunga relazione, i due si sposano nel 1947 ed avranno la figlia Antonia. Il matrimonio durò fino al 1953, quando i due si separarono.

In quegl’anni Brancati collabora come sceneggiatore al periodo eroico del neorealismo italiano, e, comunque, con i migliori registi dell’epoca. Tra i film di maggiore successo, possiamo citare:
Signori, in carrozza! (nel 1951), L'arte di arrangiarsi diretto da Luigi Zampa, Guardie e ladri di Mario Monicelli (nel 1951), Altri tempi con la regia di Alessandro Blasetti (nel 1952), Dov'è la libertà? e Viaggio in Italia con la regia di Roberto Rossellini (nel 1954).
Nel 1952, la censura si accanisce con le sue trasgressive opere teatrali, quali La governante, opera che tratta di un'omosessualità femminile. Il dramma ottiene il divieto alla rappresentazione.
Nel pieno della sua fortunata attività di scrittore, nel 1954, si sottopone a Torino ad una operazione chirurgica, ritenuta di routine. Contro ogni previsione, l’operazione sfugge di mano dei medici, e Vitaliano Brancati muore improvvisamente, il 25 settembre del 1954.

Alla base dell’opera letteraria di Brancati vi è quella di Verga e Pirandello, a cui egli, da siciliano, si ispirava. Al centro dei suoi romanzi vi è l’amore e la politica, in personaggi dalla testa vuota, vanagloriosi e provinciali. Ed egli li giudica attraverso la sua satira e le sue descrizioni della società in cui si muovono.

Che la sua fosse un’attività di punta è dimostrato dalle opere cinematografiche postume ispirate dai suoi testi. Così al cinema si rappresenteranno:
Il bell'Antonio del regista Mauro Bolognini con Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale (nel 1960) e Paolo il caldo diretto da Marco Vicario e interpretato da Giancarlo Giannini e Ornella Muti (nel 1973).

 
 

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