La letteratura Lo
scrittore siciliano Leonardo Sciascia, nel suo “Il giorno della Civetta”,
così descrive la Sicilia: "Donna anche lei: misteriosa, implacabile,
vendicativa; e bellissima". Altrettanto affascinato dal panorama dell'Erna
fu lo scrittore romantico tedesco Wolfgang Goethe, e in esso trova il senso
intero del suo Grand Tour, narrato nel suo Viaggio in Italia. Nel 1884
fu la volta di Jules Verne, che approdato a Catania, riporta della città e
dei suoi dintorni una minuziosa descrizione nel "Mattia Sandorf". Pochi
anni dopo, Guy de Maupassant rimane affascinato dalla bellezza dell’alba
vista dalla cima dell’Etna, e la descrive nell’opera "La Vie Errante".
Il catanese Vincenzo Bellini trasse
ispirazione per la struggente "Norma".
La cinematografia Le
bellezze ambientali e quelle antropologiche dell'area, possono essere
definite come capolavori. Così come lo sono i tanti lavori cinematografici
che sono stati qui ambientati. Hanno raccontato l’Etna registi del calibro
di Pasolini, Straub-Huillet e Jean Epstein, cogliendo il complesso e
inesauribile valore simbolico del vulcano. Alle intemperanze dell'Etna fanno
riscontro le intemperanze e le passioni della sua gente. Francis Ford
Coppola ha ambientato a Savoca alcune delle scene più belle de "Il Padrino"
Parte II; l'area del catanese etneo, costruito con la pietra lavica scura,
fa da scena alla "Storia di una Capinera" di Franco Zeffirelli; ambientato e
parzialmente girato, invece, a Taormina è Il "Piccolo Diavolo" di Roberto
Benigni.
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