Le stanze 32 e 33 sono ornate con mosaici geometrici.
Notevole è il mosaico che orna il lungo corridoio (36) che ha il suo centro
in corrispondenza dell’ingresso alla basilica (58). La decorazione
dell’ambulacro (36) è nota col nome di mosaico della “Grande Caccia”, che
rappresenta la cattura di fiere destinate ai giochi dell’anfiteatro. Il
mosaico riproduce realisticamente il paesaggio delle varie regioni in cui
avveniva la cattura, mentre nelle due absidi del corridoio le raffigurazioni
delle regioni sono allegoriche. Nell’abside di sinistra è probabilmente
rappresentata la Mauretania (Marocco): una figura femminile fiancheggiata da
due belve. Nell’abside destra è rappresentata l’India: una figura di donna
seminuda seduta, con una zanna di elefante nella mano sinistra, tra una
tigre ed un elefante. Sopra quest’ultimo è rappresentata la fenice, il
mitico uccello che si voleva originario dell’Arabia o dell’India. A partire
dalle due absidi, in direzione del centro, si snodano scene che
rappresentano la caccia alle belve: scene di caccia di pantera in Mauretania;
scene di caccia all’antilope, al leone, al cinghiale ambientate in varie
zone dell’Africa settentrionale. Nel quadro successivo è raffigurato un
ambiente in parte civilizzato (ville) e in parte selvaggio, in cui si svolge
il trasporto di animali catturati che giungono in un porto (Cartagine). Il
tratto di mosaico successivo, posto di fronte alla basilica, rappresenta il
porto di arrivo, da identificare col porto di Roma. Questo è il nucleo di
tutta la composizione. Dalla passerella della nave vengono sbarcati una
fiera in una cassa ed uno struzzo. Al di sopra si trova raffigurato un
elefante (resti), seguito da due funzionari in abito militare col tipico
berretto pannonico, a forma cilindrica. Sull’altro lato viene sbarcata una
tigre. Questa scena costituisce a sua volta la conclusione della parte sud
del mosaico che ha inizio dall’estremità opposta.
Dopo la rappresentazione allegorica dell’India segue la
scena della cattura del grifone, il mitico uccello originario dell’Oriente,
attirato dentro una gabbia per mezzo di un’esca umana. Segue una particolare
scena di caccia alla tigre. I cuccioli della tigre vengono rapiti da un uomo
a cavallo che si dirige verso una barca che lo attende. In alto sono
rappresentati animali selvatici. Si ritiene che tutte queste scene siano
ambientate in India. In basso segue il trasporto degli animali; in alto
altre scene di caccia di cui una all’orso. Sotto quest’ultima è
rappresentato un gruppo di persone tra cui si distingue un personaggio
anziano, barbuto, riccamente vestito, con berretto pannonico e bastone a
fungo. Alcuni studiosi hanno identificato questo personaggio con il
proprietario della villa.
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