Siracusa è una Babilonia europea, nulla, poco più,
essendole rimasto della città che fu la più importante fra l' altre di Sicilia e la più
vasta del mondo greco nell'antichità. Tutto è sparito: templi, fortezze, palazzi,
teatri, mura menate. Il luogo dove essa sorgeva è deserto; non vi sono rimasti neanche i
rottami delle pietre e tutto ciò che gli antichi chiamavano Siracusa e svanito e sommerso
in un sterminio favoloso. |
Sopra una collina, in mezzo agli ondeggianti campi di
grano, sulla riva del fiume Anapo, sono due colonne solitarie; un'altra, screpolata e
appena riconoscibile, si innalza dal maggese sparso di pietre, all'incrocio di alcune
strade polverose. Le prime servono ai navigatori per orientarsi, quando entrano dal mare
nell'ampio porto; alla terza i contadini che vanno in città legano la cavezza dei loro
asini, dei loro muli! E si può bene esclamare: o città di Archimede, di Platone, di
Pindaro, di Dionisio, di Gelone, quanto è terribile e triste il destino che ti ha colpito
! Altri paesi, altre città soffrirono anche altrove la guerra, la peste, la rivoluzione
fecero profonde ferite, e il fato della storia universale pesò anche su Atene e sulla
grande Roma. Ma dalle loro rovine esse sopravvivono ancora, attestando nel loro immenso
cordoglio la magnificenza e la grandezza d'un tempo. Qui invece, una città mondiale è
svanita nel nulla, e bisogna penetrare sottoterra se si vuole avere notizia dell'antica
Siracusa, della sua potenza, del suo splendore. |