Al teatro sovrastano un Ninfeo e parecchie stanze
sepolcrali incavate nella roccia, alcune delle quali sono in comunicazione con la famosa e
mentovata Latomia detta lOrecchio di Dionisio, per l'ascoltare che questi si
pretende vi facesse delle parole profferite dai prigionieri. In realtà, vi è un'eco
strepitosa, così che il semplice rumore prodotto dallo stracciare un pezzo di carta si
ripercuote dalla bocca fino al fondo della caverna. Questa Latomia fu luogo di pene
severissime e molti infelici prigionieri vi furono condannati a soffrire.
Poco distanti si trovano: la Latomia dei Cordari,
vastissima; quella del Paradiso, labirinto incantevole per la sua forma pittoresca ed
originale, immensa cava di pietra ricca di una splendida vegetazione; la Piscina, sotto la
chiesetta di San Nicolò, divisa in tre parti, lunga diciannove metri, larga sei; la
Latomia di Santa Venera; poi un gran numero di sepolcri, molti piani di edifici intagliati
nella roccia, avanzi di strade, ecc. |
Altra Latomia
è quella dell'Intagliatella, nella villa Navantieri, vicina alla villa Landolina, nella
quale è un cimitero consacrato ai forestieri che, pervenuti a Siracusa, vi fossero morti:
del numero fu il poeta tedesco barone Augusto Platen di Hallermund, morto nel 1835. A
Neapoli, infine, apparteneva anche la villa di Tremilio - dove è ora San Pietro di Tremiglio, villa del barone Bonanno - che è stata regalata dai Siracusani a Timoleone,
per rendergli meno grave la sventura che l'aveva privato della vista. |