8/9
   Viaggio in Sicilia: Siracusa '800
    
Bullet7blu.gif (869 byte) Premessa all'itinerario.
     Bullet7blu.gif (869 byte)
Pagine  Bullet7blu.gif (869 byte)   1   2   3     5   6   7    8  
     Bullet7blu.gif (869 byte) La storia
   
     
     
  Viaggio in Sicilia
    SIRACUSA '
800
 

Per saperne di più  

 
   
 
   Siracusa:
   città greca in Sicilia
   
     
     

 

 

Siracusa: La lussureggiante vegetazione dell'antica pianta del papiro


 

 
 
 

 

Di Tica nulla rimane: attraversato quindi il luogo da essa occupato, al nord, si può visitare la citata Epipoli, specie dì borgo della città. Il cammino conduce su per un’elevata collina, in mezzo a rottami di vecchie fabbriche, fino al mentovato castello Eurialo, chiamato anche Esapilo, perché aveva sei porte: la quale Epipoli è unita alle vicine montagne per mezzo d'una serie di contrafforti.
Interessanti antichità si possono vedere anche passeggiando lungo il fiume Anapo e recandosi al fonte Cime, col vantaggio che si tratta di una gita dilettevolissima.
E’ una gita che si può fare anche in barca, partendo dal gran porto di Siracusa, quindi risalendo l'Anapo, al disotto del moderno ponte, dopo il quale si vedono le rovine dell’antico, presso Sant’Andrea. Altrimenti, cioè prendendo la via di Noto, si fiancheggia il gran porto, si attraversano gli stagni di Sirico e di Lisimella e si passa sul predetto ponte, quindi si scorgono poco lontano, sopra un'altura, due colonne isolate: sono gli ultimi, tristi avanzi di uno dei più bei templi dell'antica Siracusa, dedicato a Giove Urione, edificio antichissimo, che è stato restaurato già cinque secoli prima di Cristo. La statua del dio, della quale Cicerone vanta la bellezza, fu da Gelone rivestita di un mantello d'oro preso ad Imera, mantello che Dionigi il Vecchio fece poi togliere col pretesto che teneva troppo caldo d'estate ed era troppo leggero l’inverno. Questo punto dell'agro siracusano aveva anticamente molta importanza dal punto di vista strategico e servì di base alle operazioni di quasi tutte le forze militari che assediarono la città. Ippocrate di Gela vi stabili il suo quartiere generale nel 493; al principio dell'assedio che intrapresero gli Ateniesi, Nicia se ne impadronì con un colpo di mano, ma non osò per timore degli Dei, impossessarsi dei ricchi tesori del tempio. Più tardi, i Siracusani lo fortificarono e vi costruirono una piccola città, Polichnè. Non di meno Imilcone vi accampò nel 396, Amilcare nel 310, e Marcello se ne impadronì nel 213. Le vicine paludi però rendevano la posizione funesta agli assedianti. Non lungi dal tempio erano le grandi tombe di Gelone e della moglie di lui, Damarata.

All'ovest della collina sulla quale sorgeva il tempio, scorre il fiume Ciani, le cui sponde si distinguono, nel corso superiore, per la lussureggiante vegetazione. Vi si vedono, soprattutto d'autunno, dei papiri che arrivano spesso a sei metri d'altezza e che danno alla contrada un carattere curioso, quasi tropicale. Queste piante vi furono importate dagli Arabi.
La fonte Ciane, dalla quale ha origine il predetto corso d'acqua, deve il proprio nome alla ninfa che volle opporsi a Plutone, allorquando egli rapì Proserpina, e che fu tramutata in sorgente a furia di piangere. I Siracusani celebravano, ogni anno sulle sue rive una festa in onore di Proserpina. Oggidì, la fonte, chiara, pescosa, circondata da papiri, si chiama la Pisma.
 
 

  Back  

Next

HOME