Qualche
settimana dopo, lintuizione avuta trova conferma: sotto il manto ottocentesco è una
struttura lignea, lucente di lacche medievali. La Nigra sum della storia esiste,
nascosta dentro la cappa di tela e colla.
Da unampia fessura preesistente, sulla parte posteriore del simulacro, appare il
blocco ligneo scavato, ricoperto di elementi estranei. Quindi ai lati si constata,
eseguiti alcuni tagli, la presenza di un tronetto, mentre sul davanti vengono scoperti,
con le decorazioni antiche, rosse, azzurro-verde e rosa, gli abiti scolpiti della madre e
del figlio. |
Grande
lemozione di vescovo, sacerdoti e studiosi.
Sempre più complessa la serie di interventi scientifici. Quotidiani i consulti fra
tecnici e teorici per ogni decisione, nella consapevolezza di trovarsi dinanzi a
unopera eccezionale, sintesi del romanico. Fatiscente la struttura lignea, mancante
di diverse parti, ridotta spesso per lazione di termiti e tarli e per mancanza di
cure, ad ammasso di polvere. Là dove resta ancora, il pigmento pittorico é fragilissimo
perchè staccato dalle pareti del legno.
Assurda lopera di "falegnami" che negli ultimi due secoli innestano, a
più riprese, tele di sacco, tavole, chiodi e cunei per aggiustare la statua, così pure
di "pittori" che sovrappongono stucchi e vernici senza cognizione di scienza e
darte. Al cospetto di tanto degrado sa di sfida la volontà di recupero
dellimmagine medievale.
Dura sette mesi il lavoro di restauro. Diuturno. Inizia presto al mattino e si protrae
sino a sera tardi. Si tratta prima di rinsaldare lossatura, poi di ricostruire le
molteplici lacune, macro e micro, fino alla ricomposizione dei frammenti cromatici per
giungere allunità formale del simulacro.
Tre sono i responsabili tecno-scientifici, cui si abbinano vari collaboratori, uniti tutti
dallimpegno a far rivivere, nel ritorno alle origini, la vera Madonna di Tindari.
Appare come un miracolo oggi
la Nigra sum sed formosa nella architettura interna ed esterna e nella forma
estetica. Soprattutto per la "plenitudo gratiae", bizantina, mediorientale e
latina, che costituisce il suo incanto.
Solo attraverso una
presentazione, pur sintetica, di documenti fotografici è possibile comprendere le
complesse fasi del restauro.
La sequenza delle immagini
vuole testimoniare, con lausilio di notazioni storiche, tecniche ed estetiche,
liter significante lalfa e lomega della rinascita di tanto capolavoro,
creato con linguaggio colto del medioevo, da eminente artista, interprete della dimensione
ecumenica della Theotokos. |