Nel XIII secolo, Federico II di Svevia concepì una serie di fortificazioni a
difesa della costa orientale della Sicilia. Nel progetto erano inseriti i
castelli di Augusta, Castel del Monte ad Andria, castello Maniace a Siracusa
e Castello Ursino a Catania. La costruzione catanese aveva, in realtà, il
duplice scopo della difesa esterna, ma anche interna, e, cioè, rivolta verso
quella popolazione spesso contraria al suo comando. Il progetto fu affidato
all'architetto militare Riccardo da Lentini. La fortezza era edificata sopra
un promontorio “imprendibile”, collegata attraverso un istmo alle mura della
città ed era dotata di un fossato. Castello Ursino è a pianta quadrata,
di circa 50 metri di lato, ed è dotato di torrioni circolari ai suoi quattro
angoli (che raggiungono l’altezza di
30 metri). Possiede due torri minori semicircolari ai lati
(originariamente erano quattro), con muri che raggiungono lo spessore di 2.5
metri all’esterno e 2 metri all’interno. Mentre il lato sud dava
direttamente sul mare, quello nord, principale, presentava un ingresso verso
la città dotato di ponte levatoio, e mura difensive i cui resti sono stati
individuati nel fossato. Sopra il
portone in una nicchia si trova una scultura raffigurante un'aquila sveva
(simbolo del potere di Federico II) che afferra una lepre (la città di
Catania). Anche questo lato, come gli altri, originariamente non presentava
molte aperture, essendo una costruzione difensiva, ma, col trascorrere dei
secoli, sono molte le finestre aperte nel muro esterno.
Una bellissima finestra
rinascimentale, ad esempio, in pietra nera lavica, è stata aperta sul lato
est. Al suo interno è posto un cortile a corte con scala esterna in stile
gotico-catalano di epoca rinascimentale.
Ai lati di esso vi erano quattro grandi sale, attorniate da sale
minori, mentre le scale interne a chiocciola erano poste nelle torri
semicircolari ai lati del castello (nord e sud). Le quattro grandi stanze
sono divise in tre campate e un soffitto con volte a crociera costolonate.
Per giungere nella corte si passa attraverso un atrio che si sviluppa anche
con crociere quadrate.
L’aspetto del Castello Ursino doveva essere
all’epoca della costruzione alquanto imponente. Costruito sopra un forte
promontorio, con i lati sud ed est che davano direttamente sul mare,
dominava le acque e la città di Catania. Incredibile a dirsi oggi.
Dal XVI secolo inizia, infatti, la
sfortunata decadenza della costruzione. Con l’invenzione della polvere da
sparo, la sua efficacia militare iniziò a diminuire. L’11
Marzo 1669, la colata lavica dell’Etna più rilevante in epoca storica,
partita da Nicolosi, superò a Nord-Ovest la cinta muraria della città, nella
zona del Monastero dei Benedettini, diretta proprio verso il Castello.
Raggiuntolo colmò il fossato, coprì i bastioni e allontanò la linea di
costa. A questa distruzione si aggiunse quella del terremoto del 1693. Con
queste calamità naturali, il suo aspetto ne fu stravolto: il livello del
terreno si alzò di una decina di metri e la linea di costa se ne allontanò
di centinaia di metri . In più la città è andata sviluppandosi intorno ad
esso, ed oggi il castello si trova proprio in pieno centro storico. Dopo
i disastri subiti, il castello fu ristrutturato ed utilizzato dapprima dalle
milizie piemontesi, nel 1714, e poi da quelle borboniche. Il castello nel
periodo venne soprannominato Forte Ferdinandeo. Divenne prigione nel
XVI secolo, questo fino al 1838, quando, ritenuto più importante come
fortilizio dai borboni, fu eliminata la prigione.
Nel 1932 la sua proprietà è divenuta
comunale. Dopo attenti restauri, Castello Ursino ospita attualmente il museo
civico di Catania, formato principalmente dalle raccolte Biscari e dei
benedettini.
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