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Tempio della Concordia, Agrigento



 

poudou99 - Settembre 2008

 
 

da Wikimedia Commons

 

LA VALLE DEI TEMPLI E IL MUSEO ARCHEOLOGICO

Il poeta Pindaro cantò Agrigento " amica del fasto ", ciò grazie alla magnificenza della sua Velle dei Templi, centro archeologico di eccezionale interesse, uno dei luoghi più coinvolgenti ed emozionanti di tutta la Sicilia.

Nelle zone archeologiche, che testimoniano lo splendore dell'antica Città, si possono ammirare il quartiere ellenistico romano (a metà strada tra i templi e la Città), i resti della primitiva cinta muraria (secolo VI a.C.), ma soprattutto le rovine dell'area sacra, costituita dal complesso di templi dorici situati nella Valle dei Templi e realizzati tra il 520 e il 430 a.C.

Il tempio di Demetra, del 480-460 a.C., posto sulle pendici della Rupe Atenea. Lo si raggiunge attraverso una strada lastronata greca, segnata dall'usura delle ruote dei carri. Il tempio doveva essere costituito dal solo naos, la cella contenente il simulacro della dea, in antis. La cella misurava metri 30,20x13,30, la muratura perimetrale rimasta raggiunge metri 7,85 di altezza. Nei pressi degli altari circolari che sempre si trovano accanto ad un tempio greco, sono stati ritrovati frammenti di statuette di Demetra e Persefone, avvalorando l'attribuzione dell'edificio sacro alle due dee. In epoca normanna il tempio è stato trasformato ed inglobato in una chiesetta cristiana, dedicata a S. Biagio. Più sotto si trova il Santuario rupestre di Demetra e Persefone, detto anche di San Biagio. E' costituito da due grotte e un sistema di gallerie (risalenti tra la prima metà del secolo V a.C. e la fine del IV) e da un edificio a pianta rettangolare, in conci di arenaria, della fine del secolo VII a.C. Ciò testimonia come questo complesso templare sia precedente alla fondazione di Akragas.

l tempio di Era Lacinia (o Giunone Lacinia) domina la Collina dei Templi. E' databile al 460-440 a.C., impiantato su un possente basamento (crepidoma), periptero, esastilo, (ossia con un colonnato che circonda la cella sacra, formato sul fronte da sei colonne, e tredici laterali) conserva ancora in piedi venticinque colonne doriche scanalate. Davanti al lato orientale troviamo i resti dell'ara (altare) sacrificale.

Il tempio della Concordia, così chiamato per via di una iscrizione di età imperiale relativa non al tempio, ma alla concordia fra gli abitanti di Agrigento. E' quasi in perfetto stato di conservazione, almeno quanto i templi di Paestum o il Partenone ad Atene. Mancano naturalmente le tessiture lignee della copertura, le decorazioni e gli intonaci riscontrabili in qualche tratto. Si è perfettamente mantenuto grazie alla trasformazione in basilica cristiana nel secolo VI d.C. di cui rimangono gli archi della cella. Maestoso tempio, edificato nel 440-430 a.C., è una delle più pure creazioni doriche e fra le massime espressioni della civiltà della Magna Grecia. Ha impianto periptero ed esastilo, ovvero si possono contare sei colonne sul fronte e tredici ai lati. L'interno si presenta con la cella sacra tripartita in pronaos, naos e opistodomo (in altri termini, la cella è suddivisa in un vestibolo d'ingresso, nello spazio sacro centrale e in uno spazio posteriore).

L'Herakleion (o Tempio di Ercole): edificato nel 510 a.C., era più vasto del tempio della Concordia, simbolo dell'attuale Valle. Che il tempio fosse dedicato ad Ercole lo ricorda Cicerone nella IV delle sue orazioni contro Verre. è ritenuto dagli studiosi il più arcaico, considerando la rastrematura delle 8 colonne erette e la forma dei capitelli assai espansi. Il tempio era crollato a causa di un terremoto; nel 1927 vennero rialzate le colonne che ammiriamo.

Poco prima del tempio di Ercole sorge la Villa Aurea, che ospita l'Antiquarium paleocristiano e nel cui giardino si trovano i resti della necropoli cristiano-bizantina, con le grotte di Frangapane, e la necropoli di Giambertoni, parte della necropoli romana.

Nei pressi del tempio di Ercole, attraversando i resti della porta IV, chiamata Aurea dai Bizantini, ecco la Tomba di Terone, costruzione a pianta quadrangolare, costituita da due parti sovrapposte (generalmente terminanti a cuspide) secondo il cosiddetto impianto a torre tipico dei monumenti africani del III secolo d.C.

Poco oltre troviamo i resti del Santuario di Esculapio (o Asclepio) dio della medicina, degli ultimi decenni del secolo V a.C.

Il colossale Olympieion (o Tempio di Giove-Zeus Olimpio od Olimpico), iniziato nel 480 a.C. per celebrare la vittoria di Himera, riportata da Agrigento e Siracusa contro i Cartaginesi, probabilmente non è mai stato completato. E' una costruzione di proporzioni grandiose, molto danneggiata. La sua particolarità sono i telamoni, l'equivalente maschile delle cariatidi, gigantesche figure umane che sostituivano con funzioni statiche le colonne. Gli originari telamoni erano bel 38. Di questi giganti di pietra, alti 7,65 metri, è proposta in loco una copia, il cui originale si trova nel Museo Archeologico. Il tempio era il più grande dei templi dorici della Magna Grecia, superiore anche al cosiddetto tempio G di Selinunte. Era un tempio pseudo periptero, ovvero anziché avere intorno alla cella le usuali colonne, aveva un muro sul quale si stagliavano i giganti di pietra, che sostenevano la trabeazione. Per lungo tempo questo tempio costituì una inesauribile cava di pietra.

Oltre il tempio di Zeus, vi è il tempio dei Dioscuri, ovvero di Castore e Polluce, la cui immagine delle quattro colonne, connesse da uno spezzone di trabeazione e di timpano, è famosa nel mondo. Il tempio è databile 480-460 a.C. ed è parte integrante del santuario delle divinità Ctonie, costituito da resti di diversi edifici risalenti ai secoli VII-VI-V a.C.: troviamo altari cilindrici, pozzi e fosse, per la celebrazione del culto e dei sacrifici. Quindi molto probabilmente il tempio era dedicato a Demetra e Persefone.

Nel vallone sottostante si pensa potesse esservi la kolymbetra, ovvero una piscina-vivaio di pesci risalente al tempo di Terone; più in là rimangono le uniche due colonne e il basamento del tempio dorico detto di Vulcano, eretto nel secolo V a.C., d'impianto periptero. Si raggiunge attraverso una scala scavata nel tufo.

Lungo la statale 118 troviamo il quartiere ellenistico-romano e il Museo. Il quartiere, dal regolarissimo tracciato stradale ippodameo, presenta edifici residenziali di tipo ellenistico con peristilio o di tipo italico con atrio. All'interno delle case si conservano splendidi pavimenti musivi.

il Museo Archeologico Nazionale è stato costruito nell'area del monastero cistercense di S. Nicola. All'ingresso si trova infatti la bella chiesa romanica di S. Nicola, costruita nel secolo XIII, con materiali di spoliazione provenienti dalla Valle. Ad unica navata, vi si conservano l'elegante sarcofago romano di Fedra, del secolo II d.C. (il cui bassorilievo raffigura il mito di Fedra e di Ippolito) e un grande Crocifisso di legno scuro, detto Signore della Nave, al centro di una novella e di un'opera teatrale di Pirandello. Prima del Museo è stato portato alla luce l'ekklesiàsterion, di età ellenistica, luogo di riunione dell'assemblea cittadina, e il tempietto chiamato l'Oratorio di Falaride (secolo I a.C.), una cella prostila trasformata nel medioevo nell'oratorio, che affiancava la vicina chiesa. Dietro il Museo vi è il bouleuterion, ancora un edificio dell'amministrazione cittadina. Il Museo è stato istituito nel 1967. Fra le proprie collezioni troviamo esempi storico artistici di grande pregnanza culturale: testimonianze degli insediamenti preellenici; frammenti architettonici come sime in pietra, teste leonine, maschere fittili e figurine rituali; il telamone originale del tempio di Giove; resti di pavimentazione in opus vermiculatum; sculture greche e romane, fra le quali la famosa statua marmorea greca dell'efebo o kouros di Agrigento, del 485-480 a.C.; il grande cratere attico a volute, del 470 a.C. circa, raffigurante l'amazzonomachia.

 
 
 

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